Salvini insultato da Iglesias, il marito della ministra spagnola Montero

"Salvini fascista e ridicolo codardo". Così il marito della ministra spagnola

Di Giuseppe Vatinno
Irene Montero
Politica

Un comunista iberico

Siamo nella Spagna arsa dal sole e imperlata dai tori da corrida. Solo che qui si tratta di tori senza attributi, diciamo pure vitelli, che però si attivano alla rovescia. Caricano solo quando vedono, o credono di vedere, nero. Spagna, terra di arsure e miraggi, come quelli cha appaiono alla fantomatica “ministra dell’Uguaglianza” Irene María Montero Gil cerbottanata direttamente fuori dal libro del Grande Fratello di George Orwell.

La pasionaria in sedicesimo ispanica, presa da intrattenibile stimolo, pardon impulso, aveva voluto celebrare di nuovo la sua “diversità” in contrapposizione alla finta “uguaglianza” che rappresenterebbe (solo sulla carta, naturalmente) e si era dissociata dalla stretta di mano –accompagnata dal commento “Non nel mio nome” (fa tanto corteo adolescenziale) - fra Ursula von der Leyen e Benjamin Netanyahu.

Insomma una ghiotta occasione per far parlare di sé e del suo Ego smisurato. Salvini aveva così commentato: "Prima ancora di provare a nascere, il (forse) il nuovo governo socialista spagnolo già litiga su Hamas e Israele, con la ministra dell'Uguaglianza (!) contraria all'unità contro il terrorismo islamico...". Il governo spagnolo è spaccato sulla guerra in Palestina e coltiva quell’alto culto di un basso rito, l’ambiguità, che caratterizza da sempre la sua azione.

Ma torniamo alla terra dei tori e delle “s” finali e al leader da operetta di Podemos”, Pablo Iglesias Turrion che invece del suo quasi omonimo Julio, non rilascia parole d’amore ma di odio. "In Spagna ci sono ancora membri del governo che difendono i diritti umani, la legalità internazionale e il diritto all'esistenza della Palestina. Mentre in Italia c'è un governo con fascisti e ridicoli codardi come te. Ti auguro il meglio".

Insomma, Salvini si becca da questo guitto con il codino un insultone con la solita tiritera sul fascismo annessa. Ma chi è codesto “elfo delle pampas” che insulta il nostro governo regolarmente eletto dal Popolo italiano e quindi noi tutti?

Si tratta di un comunista spagnolo che ha seguito il solito iter. “Gioventù comunista” e radical –chicchismo a go go, pizzetto fighetto da untorello manzoniano, ammirazione smodata per il dittatore Hugo Chavez, fondatore dell’ennesimo movimentino Podemos, collezionatore di ztl catalogne. Il Don Chisciotte madrileno è addirittura arrivato a fare l’eurodeputato e il giornale “Politico” lo ha pure classificato al 25-simo posto tra gli eletti più influenti della legislatura, provocando unanime ilarità internazionale e irrefrenabili risate sui social che ancora continuano.

Si chiama “Pablo” perché il nome gli deriva dal “padre del socialismo spagnolo” Pablo Iglesias Posse. Figlio di un avvocatone di un sindacatone di sinistra, i nonni era agitatori politici professionisti che rischiarono il piombo franchista. Lui è cresciuto naturalmente tra gli agi e le tartine “salmone e martello” della classe ricca, parlando però sempre di povertà (altrui).

E poi il colpo di scena. Indovinate con chi è sposato l’Asterix de “loro artri”? Ma naturalmente con la psicologa (e te pareva) ministra Irene Montero, membra della direzione di Podemos (fregarvi il voto), da lui stesso fondato. Insomma, uno dei classici di quel “socialismo famigliare” (Natalia Ginzburg, ci permetterà l’empio accostamento) che ha imperlato lo sviluppo della sinistra mondiale.

Riempirsi la bocca di belle parole, come “uguaglianza”, e poi spingere e far spingere (in senso buono) la propria moglie fine a farla diventare ministro. E i poveri allocchi, magari operai poveri, che lo hanno votato in nome dell’”uguaglianza” e si sono pure tassati. Veramente un pulpito alto quindi quello da cui arrivano le accuse all’Italia, al governo e a Matteo Salvini personalmente.

Insomma niente di nuovo sotto il sole, proprio come dice l’Ecclesiaste. La sinistra allo champagne e al caviale ancora mangia e si nutre delle tasse dei poveri elettori che si devono pure sorbire questi indegni spettacoli che squalificano e degradano la Spagna intera.

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