Santoro pensa alle elezioni europee: ecco da chi è formato il suo partito

Il giornalista e conduttore però declama: “Non vogliamo fare un partito di sinistra ma una lista che affermi la centralità della pace”

Di Giuseppe Vatinno
Michele Santoro (foto Lapresse) e le voci di un ritorno in Mediaset
Politica

Santoro verso le elezioni europee cerca consensi e forma un partito. Ecco da chi è formato

Era da tempo che Michele Santoro smaniava e si agitava. Aveva fatto qualche comparsata in Tv prendendo una posizione ambigua pro Russia, ammantata di pacifismo cattolico ma poi la maschera gli è caduta e si è capito che tutto quell’agitarsi era funzionale solo ad una cosa: farsi l’ennesimo partitino – bus per raggiungere Strasburgo alle prossime elezioni Europee del 2024.

Compito invero non solo assai complesso per lo sbarramento ma anche perché rifare un movimento dal nulla in pochi mesi è impresa assai ardua. E così il giornalista declama: “Non vogliamo fare un partito di sinistra ma una lista che affermi la centralità della pace”. Il tutto per pescare voti nella solita zona sessantottina, centri sociali, centri balneari, birrerie, piadinerie, feste dell’Unità, feste patronali, feste di quartiere.

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Una sorta di Girotondo laico che ha visto la raccolta di 2.000 firme che vedrebbe interessati, secondo il Corriere della Sera: Fausto Bertinotti ex segretario di Rifondazione comunista, il matematico Piergiorgio Odifreddi, il filosofo Massimo Cacciari ex  sindaco di Venezia, l’ex sindaco di Napoli ed ex magistrato Luigi de Magistris, il vignettista comunista Vauro , Maria Fida Moro figlia di Aldo statista DC, l’ambientalista Milly Moratti moglie dell’industriale del petrolio Massimo, il corrispondente Rai da Mosca Marc Innaro, la cantante Fiorella Mannoia, le attrici Valeria Golino e Marisa Laurito, l’ex presidente della Regione Puglia ed ex leader di Sel Nichi Vendola, la scrittrice Ginevra Bompiani (figlia dell’editore Valentino), Sergio De Caprio altrimenti conosciuto come Capitano Ultimo dei carabinieri, la fondatrice del manifesto Luciana Castellina.

Insomma, se si esclude il Capitano Ultimo che è di destra si tratta di tutti nomi ben noti e conosciuti del milieu progressista deluso dalla gestione di Elly Schlein e voglioso di ritornare a fare politica. C’è da notare il ritorno di Nichi Vendola, che non si rassegna alla pensione. Che il movimentino di Santoro riesca a superare la soglia di sbarramento al 4% è impresa impossibile ma l’idea è probabilmente quella di aggregarsi poi ad un partito maggiore per fare una lista unica con qualche bel nome coniato con l’occasione del tipo “Sinistra per la pace” o giù di lì.

Insomma come dice l’Ecclesiaste: “nulla di nuovo sotto il sole”. Cose già viste e riviste che hanno la stanchezza della noia e l’inopportunità dell’ideologia e di quel non voler mai capire che ormai il loro tempo è passato e che nella vita non c’è solo la politica ma anche tante altre cose interessanti. Siamo ancora a Bertinotti e Vendola, manca Falcao è la zuppa del passato è pronta. È la solita sinistra che alcuni definiscono radical –chic che rappresenta una minoranza di una minoranza a volte coreografica e a volte solamente triste. A meno che non si tratti, per qualche caso, di guadagnare solo un po’ di soldini peraltro lautamente forniti dall’Unione europea che non bada a spese quando c’è da foraggiare i suoi rappresentanti. Vedremo con tempo se si tratta di un fuoco di paglia o di qualcosina di più serio, anche se è difficile crederlo perché la gente ormai non ci casca più a queste rimpatriate degli anni che furono.

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