Scuola, cittadinanza italiana dopo 5 anni sui banchi. Il M5s deposita il testo
Il provvedimento arriva in Commissione Affari Costituzionali. Riguarderebbe 800 mila bambini. La Lega si mette di traverso: "Non passerà mai"
Scuola, la speranza per 800 mila bambini stranieri. Ma è scontro
Mentre in Ucraina si combatte, migliaia di profughi da Kiev e dalle altre città del Paese stanno muovendosi verso l'Europa in cerca di un posto dove vivere lontani dalle bombe. Forse nel prossimo futuro, proprio per bambini così, fuggiti dal proprio Stato con i genitori per rifarsi una vita, potrebbe arrivare dall'Italia una buona notizia. Per gli 800 mila bambini stranieri che frequentano le nostre scuole e per le loro famiglie - si legge sulla Stampa - si accende un’esile luce di speranza. Riemerge la legge sulla cittadinanza. Ribattezzata stavolta “ius scholae” dal presidente della Commissione Affari Costituzionali, Giuseppe Brescia del M5s, che ne è relatore.
Ovvero, - prosegue la Stampa - dare la cittadinanza ai minori (i maggiorenni nati in Italia possono già richiederla) che siano stati almeno cinque anni tra i banchi di scuola: agganciare la cittadinanza a un percorso scolastico e riconoscere alla scuola il ruolo di agenzia di integrazione. Questa la chiave. La prossima settimana, primo voto sull’adozione del testo base di Brescia. In commissione sulla carta ci sono i numeri per farlo passare, con Pd, Leu, 5Stelle e Iv. In aula alla Camera pure, grazie anche a qualche voto dei liberal di Forza Italia. Al Senato sarà più dura. Una versione “minimal” rispetto allo ius soli, ma che accontenta il Pd. L’uomo forte di Salvini, Igor Iezzi della Lega, ha subito alzato un muro: "È uno ius soli mascherato, non passerà mai".