Servizi, carte desecretate: accordo Andreotti-Olp per l'Italia "zona franca"
I documenti collocano nel 1972 il cosiddetto “lodo Moro” per preservare il nostro Paese dagli attentati. Protagonista Giovannone del Sismi a Beirut
La verità sull'accordo Andreotti-Olp per preservare l'Italia dal terrorismo
Fino almeno al 1982 l'Italia è stata protetta da uno scudo segreto e invisibile. Lo sostiene un lungo articolo pubblicato oggi su Repubblica, che da carte desecretate dei Servizi segreti italiani deduce che quel sempre sussurrato accordo tra il governo italiano e i palestinesi finalizzato alla prevenzione e a rendere “neutrale” tutto il territorio nazionale esisteva davvero.
Si tratta di "un accordo attuato fra gli apparati italiani e l’Olp, protratto per oltre un decennio — nel periodo caldo degli attentati terroristici internazionali — che alcuni anni fa l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga ha denominato come il “lodo Moro” sostenendo, durante un colloquio con i giornalisti, che i palestinesi erano garantiti da un accordo fatto con l’ex presidente della Dc che li autorizzava «a fare in Italia quel che volevano purché non contro il nostro Paese»".
Le carte visionate da Repubblica ne confermano l'esistenza e "svelano l’autore materiale che lo ha realizzato. E attuato sotto l’ala protettiva governativa di Giulio Andreotti". In particolare, "gli atti riguardano il colonnello Stefano Giovannone, all’epoca capo del centro Sismi a Beirut, coinvolto nell’inchiesta giudiziaria condotta dalla procura di Roma sulla scomparsa in Libano il 2 settembre 1980 dei giornalisti Graziella De Palo e Italo Toni".
Come funzionava l'accordo tra Italia e autorità palestinese
In un interrogatorio del giugno 1984 sulla vicenda libanese, Giovannone racconta ai pm: "Nel 1972 fui incaricato di aprire un dialogo con i vertici più responsabili e moderati dei palestinesi, responsabili nel senso di idonei e disponibili ad intavolare un dialogo. Ricevetti tale incarico dal mio capo servizio, generale Miceli e dal direttore di divisione (omississ)".
Dunque, l’accordo nasce sotto il governo Andreotti, senza il cui consenso nulla potevano fare gli 007 italiani, scrive Repubblica. E Giovannone spiega al pm come funzionava l'accordo: "Il generale Santovito mi diede la direttiva di tentare per quanto possibile, ogni contatto fra Alfatah e gli ambienti moderati che ad esso si collegavano con i terroristi italiani, evitare contatti e collaborazione. La seconda direttiva impartitami da Santovito era quella di ottenere collaborazione dei palestinesi per aiutarci a prevenire operazioni terroristiche in Italia da parte di terroristi non palestinesi, come ad esempio gli Armeni e gli Sciiti. Di Fatto in Italia non vi furono azioni terroristiche dei suddetti gruppi non palestinesi o anche degli Arabi".
E in cambio? Secondo Giovannone, l'Italia non diede "nulla di particolare ai palestinesi se non una collaborazione per la individuazione di assassini appartenenti ad altri gruppi Arabi anti Olp". Ma "da parte di Arafat si sperava che mantenendo l’Italia come zona “bianca” nei confronti di qualsiasi terrorismo, si potesse avere dall’Italia un rapporto in sede internazionale per la legittimazione dell’Olp e il suo riconoscimento".