Sondaggi, fiducia in Mattarella ma gli italiani sono per il presidenzialismo

La figura del Capo dello Stato conserva una credibilità molto alta e rimane un punto di riferimento. Ma l'elettorato di destra spinge per cambiare sistema

Politica

Sondaggi, cresce la voglia di elezione diretta del Capo dello Stato

Sergio Mattarella è considerato un punto di riferimento per gli italiani. Il presidente della Repubblica ha una credibilità altissima nell'elettorato, piace a due su tre. La fiducia nel Capo dello Stato ha raggiunto il suo picco a novembre del 20222, quando il suo punteggio aveva ottenuto il record di consenso trasversale, toccando la punta di 68 su 100, quando più di due italiani su tre lo indicavano come una figura chiave nello scacchiere della politica. il consenso in Mattarella - riporta un sondaggio Demos pubblicato su Repubblica - è rimasto a livelli molto alti anche nel febbraio 2023, scendendo solo di due punti rispetto al precedente rilevamento, a 66. Ma in contemporanea, tra gli italiani, aumenta anche la voglia di presidenzialismo. Per questa ragione, appare altrettanto ampio il favore verso l’elezione diretta del Presidente. Secondo il modello dei sistemi presidenziali e semi-presidenziali. Che comprende e coinvolge molti importanti Paesi. Come gli Usa e la Francia.

Nell’ultimo anno, in Italia, - prosegue Repubblica - questo sistema di selezione e di scelta del Presidente ha mantenuto un consenso molto largo, fra i cittadini. Ma con differenze sensibili ed evidenti, dettate, in particolare, dalla posizione politica. L’elezione diretta, infatti, risulta molto apprezzata dal centro-destra, soprattutto nella base della Lega (82%) e di FdI (76%). È, inoltre, condivisa dai due terzi degli elettori di Forza Italia. Nell’ultimo periodo, peraltro, la spinta verso l’elezione diretta del Presidente della Repubblica si è incrociata con una domanda di cambiamento politico, che va oltre gli schieramenti. E si è tradotta, in particolare, nell’affermazione e nell’elezione di due donne, Giorgia Meloni ed Elly Schlein, a capo, rispettivamente, del governo e del principale partito di opposizione.

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