Spagna, intesa Sánchez-Díaz: accordo programmatico per un governo progressista
Il primo ministro socialista e il movimento politico Sumar hanno finalizzato un patto di governo che pone la riduzione dell'orario di lavoro tra gli obiettivi
Spagna: accordo Psoe-Sumar per un governo di coalizione
Il Partito Socialista Spagnolo e l'Alleanza di Sinistra, Sumar, hanno raggiunto un accordo per formare un "governo progressista" guidato dall'attuale primo ministro, Pedro Sánchez. Il panorama politico spagnolo si prepara a un nuovo capitolo: il leader del PSOE e l'attuale ministra del Lavoro e capo di Sumar, Yolanda Díaz, hanno concluso i dettagli di un "accordo programmatico" che segna una continuità rispetto alla legislatura precedente, in cui il Partito Socialista aveva governato con Unidas Podemos, una formazione che ora fa parte di Sumar.
In una dichiarazione congiunta, i due partiti hanno annunciato che l'accordo di governo sarà valido per l'intera legislatura di quattro anni. Si prefigge di consentire al paese di continuare a crescere in modo sostenibile, promuovendo un mercato del lavoro di qualità e attuando politiche basate sulla giustizia sociale e climatica, con l'obiettivo di estendere i diritti dei cittadini.
Pertanto, tra i principali impegni del governo di coalizione figurano "la riduzione dell'orario di lavoro senza perdita di salario", "l'attuazione immediata di un piano drastico contro la disoccupazione giovanile" oltre alla "revisione al rialzo degli obiettivi climatici della Spagna". Si prevede anche una riforma fiscale equa che richiede contributi significativi da parte delle banche e delle grandi compagnie energetiche alla spesa pubblica e un nuovo aumento del salario minimo.
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Il leader socialista e premier uscente, Pedro Sánchez, aveva presentato questa formula come progetto politico già durante la campagna elettorale precedente alle elezioni politiche di luglio. Tuttavia, per confermarsi come premier, Sánchez avrà bisogno del sostegno di diversi altri partiti, tra cui gli indipendentisti catalani di Esquerra Repubblicana e di Junts per Catalunya, con cui i negoziati politici sono in corso in modo sottotraccia.
Secondo la Costituzione spagnola, se il premier in carica non riesce a ottenere la fiducia del Parlamento entro il 27 novembre, il re sarà costretto a sciogliere le Camere e indire nuove elezioni. Quindi, il sostegno da parte di questi partiti è cruciale per la stabilità del governo.