Studenti: perché la protesta-tende contro il caro affitti è solo una farsa

Mentre milioni sono senza casa la questione è diventata un show di intrattenimento, come l’hard accademy di Rocco Siffredi. Guarda il video: come funziona

di Antonio Amorosi
Protesta degli studenti davanti alla Sapienza
Politica

Le connessioni che non si possono raccontare. La protesta delle tende contro il caro affitti è una campagna mediatica pilotata

 

La questione abitativa in Italia, oggi sollevata dagli studenti universitari, è la storia di una farsa vomitevole, senza fine. Già veder spuntare come funghi, solo ora, studenti protestatari, dopo due anni dove l’Italia per il Covid è diventata, come scrive il Washington Post, un laboratorio mondiale per le restrizioni delle libertà, dovrebbe far riflettere. Chissà dove erano prima?

Quello che vedete in tv è fuffa e una campagna mediatica pilotata, in mancanza di idee, di vita, frutto di una sinistra in via di estinzione, talmente guasta da fare “il baubau” alla Meloni istallando tende negli studi televisivi.

Le città sono stracolme di case vuote ma ci sarà sempre emergenza e prezzi alle stelle affinché gli amici, che finanziano le campagne elettorali e stanno dietro i media, possano costruire e costruire ancora e ancora. Lo sanno anche le pietre. Perché?

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Perché gli studenti senza mezzi e chi è più povero viene preso per i fondelli così? Perché le politiche abitative in Italia sono merce di scambio: per spartirsi i voti, gestire il consenso e cambiare l'opinione pubblica utilizzando le emergenze. Oggi ci sono le tende, ieri c’erano le case occupate, prima ancora i comitati di cittadini per le case popolari.

La questione abitativa è diventata un show di intrattenimento, non diverso dalla hard accademy di Rocco Siffredi, Il Grande Fratello o da qualsiasi altro spettacolo finto.

Ciclicamente, ogni X anni, si scopre che fasce di persone più povere non hanno il denaro per permettersi le abitazioni in affitto, che da decenni i Comuni non fanno più politiche abitative per loro o le case pubbliche sono assegnate con dinamiche anteguerra e anche con criteri clientelari. Me cojoni! Siamo all’eterno ritorno dell’identico, in versione patetica.

Come 30, 20, 10 e 5 anni fa, i casi diventano titoli di giornale e puntate di un talk che si spengono dopo sfilate e polemiche, per la felicità di chi doveva avere visibilità. Lo share del programma tv si mantiene alto e l’animo degli studenti “cioè-cioè”, usciti dall’anonimato, può lottare contro il potere. E vai coi brindisi all’happy hour alternativo. Il business dei palazzinari, con l’aggiunta oggi dell’invasione dei B&b di massa (grazie a piattaforme come Airb&b) che hanno distorto il mercato immobiliare nelle città, può continuare in attesa della prossima farsa. Tranquilli: tutto resta intatto.

Chi scrive non deve aggiungere un altro commento sull’argomento ma è un giornalista che qualche tempo fa ha messo le mani dentro questa melma, da assessore alle politiche abitative, con una particolare attenzione agli studenti e alle fasce disagiate, a Bologna dal 2004 al 2006, per capire dove fosse “il trucco o l’inganno”, e poi l’ha spiegato chiaramente, cambiando vita. L’ho raccontato con dovizia di particolari, per l’ennesima volta, in RAI 8 anni fa (non come l’opinionista di turno che oggi parla di vaccini e ieri di miss Italia tra un balletto e un talent), da Nicola Porro a “Virus, il contagio delle idee” nel febbraio 2015. Guardate il video dell’intervista, fino in fondo anche quando si parla di giustizia, Berlusconi e destra, e traetene voi le conseguenze, capendo che non c’è via d’uscita finché non si abbandona questa messa in scena demenziale. E l’ho fatto da tecnico, amministratore comunale per una giunta di sinistra, quella del Cofferati dei 3 milioni di manifestanti in piazza.

Il male era la destra, gli stessi che oggi sono al governo e contro i quali i vari poteri dello Stato tramano. Ma tramerebbero benissimo contro la sinistra, se avesse in zucca un’idea di cambiamento della società o un’idea qualsiasi oltre quella del potere fine a sé stesso.

Vi assicuro che quelli che oggi devono salvare il mondo, con tanti buoni propositi e dicono “la casa è un diritto di tutti”, “o bella ciao, ciao”, “la coop sei tu chi può darti di più”, sono gli stessi che nelle politiche abitative c’hanno mangiato dal grande al piccolo, avallando ogni strategia di devastazione delle classi popolari, facendo business sulle disgrazie dei poveri.

Si può risolvere l’emergenza abitativa, sapendo che quasi l’80% degli italiani è proprietario di casa, se consideriamo che l’8,7% ha un casa in usufrutto o a titolo gratuito? No, non è possibile! Sia per i motivi politici che spiego nel video sia per il funzionamento della giustizia. C’è poco da aggiungere. Tutto il resto è noia, diceva il poeta. Quel 20% di italiani continuerà ad essere sodomizzato, senza averne piacere.

Nel 2006, prima di tornare alla mia vita, feci approvare un piano-casa con un centinaio di misure che, senza essere mai applicate, oggi ritrovo in parte delle proposte degli studenti di sinistra che stanno sulla scena. Una è finita addirittura premiata dalla UE: migliaia di anziani nelle città vivono soli in case gigantesche e non hanno risorse economiche? Possono affittare, a prezzo calmierato, una stanza a uno studente e conviverci, tramite una gestione comunale che supervisiona il rapporto e costruisce l'accesso. L'anziano senza garanzie non si arrischierebbe nell’iniziativa. Anzi no, una parte del piano è stata realizzata: quella che faceva incassare al Comune (con zero sforzi) 15 milioni di euro netti, installando 30.000 mq di pannelli fotovoltaici sopra le case popolari di Bologna. E non somiglio a Greta Thumberg, non ero un politico di professione, non ho un’agenzia di marketing alle spalle, non faccio i soldi con le disgrazie dei poveri e sono felice di aver denunciando 18 anni di “assegnazioni creative” delle case popolari nella sinistrissima Bologna nonostante la giustizia italiana funzioni come sappiamo.

Tutto il resto è noia.

 

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