Telefonata, mail pirata e filtri aggirati: così i russi hanno beffato Meloni

Più di un mese per capire l’inganno. La mail non verificata e i filtri di Chigi scavalcati. Cadono teste, salta il consigliere diplomatico Francesco Talò

di redazione politica
Giorgia Meloni
Politica

Scherzo telefonico a Meloni, tutti i filtri ai massimi livelli scavalcati. Allarme sicurezza

Lo scherzo telefonico subito dalla premier Meloni ad opera di due comici russi é diventata una questione di sicurezza nazionale anche per le tempistiche, Palazzo Chigi ci ha messo un mese a capire che era tutto uno scherzo. Ma come è potuto accadere? Il primo contatto che prepara la trappola - si legge su Repubblica - avviene per e-mail. Secondo alcune fonti, si tratta di un messaggio di posta elettronica che viene recapitato all’indirizzo dello staff presidenziale. Pare alla segreteria della Presidenza. Con allegato un recapito telefonico da chiamare. E qui è il caso di fare un passo indietro. I capi di governo entrano in contatto in due modi. Il primo, meno ortodosso, prevede un sms WhatsApp diretto tra i due leader che precede la telefonata e scavalca i consiglieri diplomatici. Ha il pregio della velocità, qualche rischio per la sicurezza della linea, il vantaggio dell’informalità. La seconda strada, tradizionale, prevede che lo sherpa contatti l’omologo di un altro leader e chieda di programmare una chiamata. Nessuna delle due procedure, in questo caso, è stata rispettata fino in fondo.

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Più che i contenuti – pure imbarazzanti – della conversazione rubata a Giorgia Meloni dal duo “comico” russo Vovan & Lexus, - prosegue Repubblica - a far suonare l’allarme rosso delle istituzioni e dell’intelligence sono stati due aspetti di sistema. Il primo riguarda la vulnerabilità dei meccanismi di controllo attorno alla premier, che è questione di sicurezza nazionale. Il secondo attiene al messaggio che la Russia ha voluto mandare all’Italia e al fronte occidentale, in quello che appare un atto di guerra ibrida. Che suona più o meno così: vi “buchiamo”, quando vogliamo. Neanche il timing della comunicazione, secondo i nostri analisti, è casuale: l’audio viene pubblicato nel momento di massima stanchezza del "blocco" atlantico filoucraino. La chiamano guerra ibrida.

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