Ucraina, Cacciari: "Siamo vicini alla terza guerra mondiale (nucleare)"
Guerra Ucraina, intervista di Affaritaliani.it al filosofo ed ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari
Guerra, Italia ininfluente? Cacciari: "Prima c'erano politici come Craxi, Moro e Berlinguer. Oggi il ministro degli Esteri si chiama Di Maio e non c'è bisogno di aggiungere altro"
Joe Biden ha definito Vladmir Putin un "criminale di guerra". Queste parole non rischiano di allontanare la soluzione diplomatica della guerra?
"Né allontanano né avvicinano la pace. Si tratta di una normale aggettivazione in una situazione di crisi drammatica. Le stesse parole venivano utilizzate dai russi quando c'era la guerra in Vietnam".
Siamo vicini alla terza guerra mondiale?
"Se continua così sì, basta un minimo errore. Le parole non sono pietre, ma possono accompagnare le peitre e creare il film adatto perché vegano scagliate le pietre. Più pesanti diventano le affermazioni e più cresce la minaccia e il pericolo che si passi alle armi vere. Durante la crisi dei missili a Cuba le due grandi potenze, che oggi non sono più sole e sono infinitamente meno forti di 50 anni fa, arrivano a un confronto quasi diretta. Una situazione estremamente pericolosa come quella di oggi".
La terza guerra mondiale sarebbe nucleare?
"Sì, è inevitabile. Il rischio non c'è fino a quando lo scontro tra le super-potenze rimane indiretto, come in Vietnam prima e in Ucraina oggi, ma il pericolo di un ampliamento del conflitto è crescente. Se gli Usa avessero buttato la bomba atomica su Hanoi, come qualcuno chiedeva, sarebbe stata terza guerra mondiale. Così come se i sovietici avessero insistito nel piazzare i loro missili a Cuba. Le guerre tra super-potenze non possono evitare l'uso dell'arma nucleare, non è pensabile uno scontro mondiale in Europa sul modello della seconda guerra mondiale. Non è concepibile".
Come vede gli attori internazionali in campo?
"Francamente mi fidavo di più di Kissinger, Krusciov e Gorbaciov di quanto mi fidi dei personaggi di oggi. Il gesto di Putin è scriteriato anche perché denota una totale assenza di intelligence da parte della Russia, strano visto che Putin è stato nel KGB. Un'aggressione di questo genere con le difficoltà che sta incontrando dimostra che non c'è stata un'adeguata preparazione di intelligence".
E Biden?
"Da anni la politica americana, soprattutto dei Democratici più che dei Repubblicani, persegue l'obiettivo dell'allargamento a Est della Nato e dell'accerchiamento della Russia, non è un'opinione ma un fatto noto e dichiarato dalla stessa Alleanza Atlantica. Biden si muove secondo questa linea. L'Ucraina non è l'Iraq, dove gli Usa sono intervenuti sulla base di mezogne, in questo caso Washingotn ha il pieno sostegno del governo di Kiev che vuole (o ormai voleva) entrare nella Nato e nell'Ue. La politica russa dovrebbe riconoscere questo dato di fatto, non c'è niente da fare".
E l'Italia? Draghi è del tutto ai margini della scena mondiale...
"L'Italia ha avuto un ruolo in politica estera all'epoca dell'Urss e della Guerra Fredda perché geograficamente si trova nel cuore dell'Europa e perché aveva un grande Partito Comunista. E poi c'erano politici come Craxi, Moro e Berlinguer. Oggi il ministro degli Esteri si chiama Di Maio e non c'è bisogno di aggiungere altro".