Terzo Polo, Calenda a Renzi: "Leopolda e conferenze basta". Rottura totale

Il partito unico è morto ancora prima di nascere. Renzi parla di un possibile accordo, ma è il primo a non crederci. Calenda, dà l'ultimatum: hai 18 ore

Carlo Calenda e Matteo Renzi
Politica

Terzo Polo, il partito unico non nascerà. Posizioni inconciliabili

Calenda e Renzi non si sopportano e non perdono occasione per dimostrarlo. Le riunioni incrociate di Azione e Italia Viva per cercare un'intesa sul partito unico, in realtà sono degli incontri di wrestling. E' anche la serata di ieri ha confermato le distanze tra i due partiti. A tarda sera, quando le delegazioni di Azione e Italia viva - si legge sul Corriere della Sera - stavano dandosi appuntamento per il giorno dopo per chiudere l’accordo, Calenda è uscito dal vertice sbottando: "Un nulla di fatto, così il partito unico non nasce. Ci sono ancora 18 ore di recupero per chiudere questo punto. Lo chiude, bene. Non lo chiude, siamo persone serene e continueremo a costruire un polo liberaldemocratico, sapendo che Italia viva ci ha messo nelle condizioni di non farlo". Alla fine era sembrato come un incontro di wrestling. Politicamente è volato più di un cazzotto, qualche mossa spettacolare, ma alla fine nessuno sembrava essersi fatto male davvero, almeno per ora, perché a rimetterci seriamente sarebbero entrambi. Le 48 ore di duro scontro tra Calenda e Renzi sembravano essersi concluse con una pax armata.

Poi - prosegue il Corriere - ecco la nuova rottura, con le parole di Maria Elena Boschi, non precisamente di reciproco rispetto. Noi con Matteo Richetti siamo stati oggetto di attacchi molto violenti. Abbiamo chiarito che questo non è il modo con cui si lavora». Dal fronte avversario, però, ascoltate le dichiarazioni del leader di Azione, i toni sono altrettanto forti: "Ci ha chiesto di non fare più la Leopolda. Questo è inaccettabile". Ma da Calenda sarebbe arrivata anche un’altra stilettata: "Abbiamo chiarito che negli organi direttivi del partito non potrà esserci chi ha conflitti di interesse". Poi Calenda posta l'intero documento presentato a Italia viva per raggiungere un accordo tra i due partiti e la situazione degenera definitivamente. I veti su Leopolda, conferenze all'estero e conflitti di interesse mettono la pietra tombale sulla possibile intesa. Rottura totale. Anche se Italia Viva riprova a trattare: "Firmiamo, ma la Leopolda non si tocca".

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