Ucraina, "Berlusconi può bruciarsi. Meloni ha un atteggiamento in stile Dc"
Berlusconi, Meloni, Zelensky, Putin... Parla Gianfranco Rotondi. Intervista
"Non esiste una maggioranza più coesa di questa sulla politica estera"
Berlusconi, Meloni, Zelensky, Putin, guerra in Ucraina: intervista a Gianfranco Rotondi, deputato della maggioranza, democristiano doc ed è ministro con Berlusconi presidente del Consiglio.
Giorgia Meloni avrebbe dovuto difendere Silvio Berlusconi dall'attacco verbale di Zelensky a Kiev?
"Tra capi di Stato e di governo non vigono le regole della politica nazionale, non si è a un talk show".
La maggioranza non è proprio coesa sull'Ucraina e sull'invio di armi. Anche la Lega ha dei dubbi...
"Non esiste una maggioranza più coesa di questa sulla politica estera, per il semplice fatto che ha alle spalle trent’anni di governo e opposizione condotti sulle medesime direttrici".
Che cosa pensa delle differenze tra la linea ufficiale di Forza Italia e le parole di Berlusconi al seggio su Zelensky?
"Nella comunicazione berlusconiana esiste sempre uno scarto tattico spesso funzionale a captare stati d’animo presenti nell’opinione pubblica e segnalati dai sondaggi, specie alla vigilia di un turno elettorale importante".
Berlusconi potrebbe essere l'uomo della pace visti i suoi storici rapporti con Putin?
"Potrebbe, appunto. Così come potrebbe bruciarsi senza ottenere la pace. Ecco perché al generosissimo Silvio consiglio più prudenza democristiana".
Che atteggiamento avrebbe avuto la Democrazia Cristiana di fronte alla guerra in corso?
"Lo stesso di Giorgia Meloni".
Non crede che da Nato e Usa dovrebbero arrivare anche parole di pace e di dialogo e non solo un rilancio su nuove armi da mandare a Kiev?
"C’è un tempo per le parole di pace e un tempo per la legittima difesa".