Un'altra polemica con Salvini. Littizzetto non si sa contenere

Nessun editto bulgaro, pioggia di soldi...

Di Giuseppe Vatinno
Politica

Tutto è cominciato quando lei e Fabio Fazio sono stati finalmente mandati via dalla Rai dopo 40 anni

 

Lucianina Littizzetto è fatta così: non si sa proprio contenere.

Tutto è cominciato quando lei e Fabio Fazio sono stati finalmente mandati via dalla Rai dopo 40 anni.

"Sono in Rai da 40 anni, però non si può essere adatti a tutte le stagioni e almeno io non credo di esserlo. E quindi con grande entusiasmo che intraprendo un nuovo cammino fatto di novità, di invenzione e di creatività e spero, anzi ne sono sicuro che sarà così", aveva esternato Fazio.

Peccato che si sia contraddetto da solo perché “dopo 40 anni” di stagioni deve averle passate proprio tutte.

Matteo Salvini aveva colto la palla al balzo e aveva esultato con un iconico Tweet: “Belli ciao!”.

Ma mentre Fazio, gattone sornione, non ha mai replicato, lei, la masaniella delle lande, non ha subìto impunemente l’affronto e già domenica scorsa sprizzava veleno da tutti i pori cercando di sfogare la rabbia per l’affronto subito.

Per questo faceva delle “sdraiate” più scomposte del solito sui tavoli dello studio, dicendo a Fazio “lasciami parlare”, naturalmente in accordo con il gigione genovese.

A caldo, livida per l’affronto subito, ha commentato:

"Pensa te: 'Belli ciao' da un vicepresidente del Consiglio". 

Poi però, a freddo, ha articolato un po’ meglio la sua rabbia e così ha sfruttato un evento con la Gialappa’s Band al Salone del Libro di Torino.

E così è partita la geremiade.

“In televisione è ormai diventato difficile sperimentare, soprattutto per via della mannaia degli ascolti. O ti mettono a notte fonda o la mattina prestissimo dove l’incubo dell’Auditel non è così forte oppure…vai su Nove”.

Un po’ di pubblicità gratuita non guasta mai.

“Sperimentare”?

C’è poco da sperimentare in un repertorio fatto principalmente di battute a sfondo sessuale e parolacce.

Poi ha voluto addentrarsi nello scivoloso campo della semiologia televisiva:

“L'altro problema è il politicamente corretto. Ormai quando scrivi hai tutto il tuo tariffario. Con questa battuta qua faccio un giorno e mezzo di mer**. Con questa invece secondo me si incaz**no di più. Preparati. Con questa arriva un'onda anomala, devi sperare che un politico dica una boiata per deviare l'attenzione. Ma è il nostro mestiere, chi se ne frega. Ci vediamo alla Nove. Il comico non è politicamente corretto altrimenti non fa ridere”.

Lo ha fatto non rinunciando al tradizionale turpiloquio con cui condisce le sue “battute” ma almeno l’ambiente in cui si è esibita non le permetteva le solite stese e sgambettamenti a cui ci ha purtroppo abituato in studio e così replicando ad una battuta della Gialappas’s sulla possibile presenza di Salvini ad una delle ultime puntate ha detto:

“Ma va', a Che Tempo Salvini non viene, la busta gliel'hanno consegnata tante volte ma non viene".

E ci mancherebbe altro che Salvini perdesse il suo tempo con quello che sta accadendo in Emilia – Romagna per presenziare a “Che tempo che fa” condotta da due inseriti nella sezione giubilandi.

Un’ultima nota riguarda il compenso a Nove: si parla di una pioggia di milioni di euro. Ma siccome non si butta via nulla si sta cercando di fare passare l’operazione per una sorta di nuovo editto bulgaro. I due poveretti sarebbero vittima della censura del Potere. Ma la Littizzetto & Company dovrebbero fare un monumento d’oro a chi ha organizzato il tutto. Non capita tutti i giorni di essere ricoperti letteralmente d’oro per levarsi dagli zebedei.

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