Via della Seta, Crosetto: "Italia fuori senza danneggiare i rapporti con Xi"
Il ministro della Difesa: "Il successo della visita di Meloni a Washington è sotto occhi di tutti, caduti i pregiudizi"
Crosetto: "Ottima Meloni a Washington, noi fuori dalla Via della Seta ma preservando i rapporti con la Cina"
"Il successo della visita alla Casa Bianca della premier è sotto gli occhi di tutti. Sono caduti i pregiudizi, grazie alle scelte fatte dal governo, a partire dai patti mantenuti con gli alleati. Me ne ero già accorto incontrando il mio omologo alla Difesa. Il calore anche umano di Giorgia e il modo affettuoso con cui Biden l’ha accolta, hanno fatto il resto". Lo afferma in una intervista al Corriere della Sera il ministro della Difesa Guido Crosetto.
"Oggi l’Italia è tra i Paesi dell’Unione europea,l’alleato di cui a Washington si fidano di più, insieme alla Polonia. L’Italia non è solo affidabile - aggiunge il Ministro - ma si è dimostrata anche un partner visionario, chiedendo che l’Occidente si faccia carico dei destini dell’Africa".
Per Crosetto, "La scelta di aderire alla via della Seta fu un atto improvvisato e scellerato, fatto dal governo di Giuseppe Conte, che ha portato a un doppio risultato negativo. Il tema oggi è: tornare sui nostri passi senza danneggiare i rapporti. Perché è vero che la Cina è un competitor, ma è anche un partner. Non a caso la premier ha annunciato, e proprio dagli USA, che andrà in Cina". E il ministro sottolinea che "dovremo venirne fuori senza produrre disastri. Uno dei problemi di questo governo è risolvere in silenzio problemi surreali prodotti da altri governi. Dalla Cina al Superbonus, è stato il festival del dilettantismo. Senza dimenticare il Pnrr".
Quanto alla guerra in Ucraina, Crosetto ha sottolineato che "nessuno sa quando finirà. La situazione, oggi è a un punto di stallo che ci obbliga a pensare a tempi lunghi, se non lunghissimi. E non lo dico certo con piacere. La controffensiva ucraina, come alcuni di noi avevano ipotizzato, ha trovato diverse difficoltà. Le trincee russe rendono difficili le azioni di attacco. Quindi, potrebbe essere una scelta politica a determinare la fine del conflitto. D’altronde, i tempi dei Paesi occidentali sono scanditi in modo diverso da quelli dei Paesi autocratici".