Festival della Valle d'Itria: 'Il paese dei campanelli'

di Silvia Viterbo
Paese dei Campanelli
PugliaItalia

“Il paese dei campanelli” operetta in tre atti di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato, in replica questa sera e il 30 luglio nella rassegna del Festival della Valle d’Itria.

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Divertente, ironica, in un crescendo di situazioni paradossali sottolineate dai campanelli, che suonano davanti alle porte dove vi è il tradimento amoroso, ha come regista Alessandro Talevi.

Otto ballerini, con le quattro donne elegantissime negli abiti che indossano nei vari interventi come a sottolineare i momenti particolari, mescolandosi col coro che ne sottolinea ulteriormente l’importanza. Un paese tranquillo di fantasia, porto d’approfo delle navi che tornano dal Giappone.

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Gli uomini fumano la pipa, le donne intrecciano i fiori, ma dietro ci sono storie di amori finiti, di insofferenze, di voglia di qualcosa di nuovo. Tarquinio Brut, insegue la sfuggente Bombon, modella bella è inarrestabile interpetrata dal soprano Maritina Tampakopoulos, che nel suo abito nero scintillante domina la scena in maniera divertente e spumeggiante. 

Attanasio Prot battibecca con Pomerania, che è senza esitazione nel parlare. Basilio Blum ha una mogliettina perfetta: Nela, che con la “Canzone del latte”, dipinge l’atmosfera bucolica del paese dove la panna è come il casto giglio. I marinai a causa di un guasto si fermano nel paese e qui cominceranno gli innamoramenti con una esplosione dei campanelli che suonano sottolineando gli amori clandestini.

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Poetico è quello fra Hans che seduce Nela, e lei che ha sempre sognato un altro amore e che se ne innamora perdutamente. Arrivano le mogli dei marinai, inseguite dagli uomini del villaggio e si creeranno tante situazioni di cui molto intensa quella di Bombon, che non frivola come si è vista finora, parla delle difficoltà della vita d’artista e rivela a Nela che Hans non ama lei, ma solo il suo personaggio nel paese dei campanelli.

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Molto belli gli abiti disegnati da Anna Bonomelli, vivace e coinvolgente la scenografia di Annamaria Bruzzese, con gli effetti luce suggestivi di Pietro Sperduti. Operetta gradevolissima da vedere e sentire, con tanti brani diventati celebri ed un tono leggero che però nasconde un equilibrio particolare fra trasgressione e stabilita’, desiderio di scappare via e la sicurezza del rimanere.

Nela, nella purezza del latte e della panna, che si innamora di un altro uomo, Bombon, con il suo desiderio di scintillio superficiale, di illusione che dice: “Artista! Che sogno! Ridere senza piacere, piangere senza commozione solo per far ridere e piangere gli altri…”. Dietro ogni immagine apparente c’è n’è quindi sempre un’altra che può essere completamente diversa.

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