Manfredonia la crisi a ‘Il Punto’: Rotice attacca ancora Gatta da Manila Gorio

Gli animi restano tesi e i toni alti: l’ex sindaco di Manfredonia, Gianni Rotice, torna a sparare ‘ad alzo zero’ su Forza Italia e su Giandiego Gatta.

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Gli animi restano tesi e i toni alti: l’ex sindaco di Manfredonia, Gianni Rotice, torna a sparare ‘ad alzo zero’ su Forza Italia e su Giandiego Gatta: responsabili - a suo dire - di aver fatto cadere l'amministrazione cittadina, in sintonia col PD, con le dimissioni di 13 consiglieri comunali di opposizione e maggioranza su 24. Decidendo di troncare il mandato ricevuto solo due anni fa - dopo il Commissariamento per infiltrazioni mafiose del Comune di Manfredonia - con una prova generale a settembre (dimissioni poi rientrate) e l’affondo decisivo successivo, con le firme dal notaio (protocollate dal segretario Comunale) di 9 consiglieri d’opposizione 3 di Forza Italia e 1 di lista civica.

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A ‘Il Punto’ di Manila Gorio, venerdì 7 novembre alle 21,15 su POLITICAL TV, Gianni Rotice torna a puntare il dito sul parlamentare azzurro Giandiego Gatta: “Regista occulto - secondo l’ex sindaco di Manfredonia - della crisi politica che ha portato alla fine della sua Amministrazione. Nei confronti di Gatta e Forza Italia le accuse politiche e personali vengono ribadite pesantemente: dal finanziamento della campagna elettorale dello stesso Gatta al pagamento del fitto della sede di Forza Italia, fino alle promesse e scambio di posti di lavoro”.

“Un partito - ha detto Rotice - che si è dimostrato inaffidabile, la cui forza è tutta da verificare. Se ha coraggio, l’onorevole Gatta, rinunci al mandato parlamentare e si candidi a sindaco di Manfredonia”.

Un botta e risposta tutto interno al centrodestra che dopo la conferenza stampa di qualche giorno fa di Gianni Rotice e le reazioni di FI e di Giandiego Gatta, continua a tener banco sui media e nella trasmissione di Manila Gorio si arricchisce di risvolti destinati a finire probabilmente nelle Procure e nelle aule di Tribunale.

“Io non sono stato l'artefice dello scioglimento del Consiglio comunale, è stato il sindaco. Lui stesso ha fatto in modo che venisse sciolto il Consiglio comunale, perché ha perso tutti”, ha detto Giandiego Gatta, rispedendo al mittente le accuse, “Rotice deve imputare a sé stesso, alle sue visioni, alle sue logiche, alle sue metodiche questo epilogo infelice”.

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Ma poi ha ammesso, ricordando che in Consiglio erano 13 a 12: “Ma poi una consigliera comunale di una sua lista civica ha firmato le dimissioni, ribaltando la situazione. Per cui, la maggioranza è venuta meno perché Sara Delle Rose ha deciso di staccare la spina. D'altra parte. mi chiedo se non sia stato, forse, meglio così?”

E facendo ammenda sulla scelta della candidatura Rotice ha aggiunto: “In tali condizioni, avrebbe potuto governare per altri tre anni con una maggioranza così risicata? Un mal di pancia, un capriccio, una richiesta non assecondabile di un consigliere comunale avrebbe posto sempre sotto il governo cittadino e Manfredonia avrebbe navigato a vista, assecondando logiche di piccolo cabotaggio con la navigazione che si fa sotto costa, senza mai avere di fronte l'orizzonte, ma soltanto gli scogli. Bisognava avere un buon comandante di nave e noi abbiamo ritenuto che lui non avesse più le qualità, o forse non le avesse mai avute”.

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Gatta ha reagito anche sui contributi in campagna elettorale: “È vero. Lui ha contribuito a cofinanziare la mia campagna elettorale, come tanti altri amici e sostenitori hanno fatto. È previsto dalla legge. Lo si fa anche nelle feste patronali. Ma per caso, coltivava il retro-pensiero che avendomi dato il contributo per la campagna elettorale io fossi a libro paga?”

Ma smentisce che Rotice abbia pagato per un anno l’affitto della sede di Forza Italia, pronto a mostrare tutte le ricevute: “Dal 2005 al 2023 ho pagato io”.

La trasmissione e l’intervista si preannunciano piccanti e foriere di dibattito lungo e acceso.

(gelormini@gmail.com)