Primarie PD, Bonaccini e Schlein a Foggia confronto a distanza
Rush finale verso le Primarie del Partito Democratico per il rinnovo della Segreteria politica, Stefano Bonaccini ed Elly Schlein arrivano a Foggia.
In vista del rush finale verso le Primarie del Partito Democratico per il rinnovo della Segreteria politica - in programma domenica 26 febbraio - Stefano Bonaccini ed Elly Schlein arrivano a Foggia nella stessa doenica, all'indomani della manifestazione organizzata dalla CGIL, anche per sottolineare la centralità di un Sud preso di mira dalla riforma Calderoli sull'Autonomia differenziata.
Accolto da Raffaele Piemontese, alla presenza del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, Stefano Bonaccini - candidato alla guida della Segreteria nazionale del Pd - è arrivato a Palazzo Dogana acclamato dalla folla di sostenitori e simpatizzanti.
"Credo di poter dare un contributo a rigenerare il Partito Democratico perché di questo c'è bisogno. Se vinco il gruppo dirigente cambierà e sarà pensato nei territori - ha detto - perché chi viene da troppe sconfitte, senza voler puntare l’indice nessuno, è giusto che cambi".
"Quando diventai presidente della conferenza Stato-Regioni a fine 2005 - ha ricordato Bonaccini - il Sud era governato tutto dal Partito Democratico e dal centrosinistra, isole comprese. Oggi rimangono la Campania e la Puglia. Se qui si è vinta la regione e si governa quasi tutte le comunità locali, vuol dire che qui a differenza delle altre parti si sono fatte le scelte giuste con una classe dirigente che ha guadagnato il consenso dei cittadini".
"Quando dico che la classe dirigente perde da troppo tempo - ha ribadito - lo dico perché non si era mai visto che in un gruppo dirigente nazionale non si candidasse nei collegi uninominali. Se vinco le primarie e non cambierà la legge elettorale garantisco che la prossima volta anche qui saranno gli elettori a scegliere chi candidare".
E sui rapporti con la sua vice presidente in Regione Emilia Romagna Elly Schlein, anche lei candidata alla Segreteria del PD insieme a Gianni Cuperlo, ha affermato: "Noi siamo parte della stessa famiglia, io ho sofferto negli anni quando nei gruppi dirigenti nazionali litigavano, come è successo anche nei territori e in gran parte dell’Italia. Io vengo da una regione dove quando ho fatto il segretario regionale, per sei anni vinsi le primarie, il giorno dopo chiamai con me a guidare il partito i due miei sfidanti, e per sei anni lo guidammo insieme. Io se vincerò chiederò a lei come a Gianni e Paola una mano, se vorranno".
Inevitabile il commento sull'Autonomia differenziata: "All’autonomia differenziata che vuole Giorgia Meloni, o meglio quella che vuole la Lega, abbiamo già detto di no. È la posizione unitaria dei presidenti del Partito democratico, è stata esplicitata una settimana fa".
"L'autonomia differenziata proposta da Calderoli - ha concluso Stefano Bonaccini - è irricevibile perché non definisce i livelli essenziali di prestazioni che da sempre io e altri abbiamo chiesto come indispensabili, perché non toglie materie divisive come la sanità e la scuola. Pensate se potenzialmente un Paese possa avere quindici pubbliche istruzioni diverse, parlo delle Regioni a statuto ordinario".
Poche ore prima, a qualche centinaio di metri di distanza, Elly Schlein aveva acceso altri entusiasmi in una sala cinematografica altrettanto gremita: "Occorre una identità chiara di sinistra che oggi non può che essere anche ecologista e femminista. Con un contrasto serrato alla precarietà, alle disuguaglianze e alla Autonomia differenziata. Non tralasciando la battaglia per i diritti delle persone più fragili, delle persone anziane e delle persone con disabilità".
"C'è voglia di un cambiamento - ha aggiunto Schlein - che colga le opportunità di conversione ecologica in una regione come questa, per dare lavoro di qualità e creare nuove importanti imprese, investendo soprattutto per valorizzare l’innovazione sociale, ovvero ciò che i giovani di questo territorio sono grado di produrre se messi nelle condizioni di farlo".
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