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Clima, attivismo non è politica ma fede: come evitare la deriva transumanista

di Alfredo Tocchi

L’umanità contemporanea si percepisce come una specie animale al vertice della catena alimentare, nulla di diverso, nulla di più

Michael Crichton, Tucker Carlson e Monsignor Viganò: ecco perchè la Green Culture è la nuova religione degli atei urbani

L’umanità contemporanea fa schifo, si percepisce come una specie animale al vertice della catena alimentare, nulla di diverso, nulla di più. Nella puntata del 10 febbraio scorso, il conduttore di Fox TV Tucker Carlson ha esposto una tesi ardita e suggestiva: nel mondo Occidentale l’attivismo climatico è diventato una religione.

Questa la traduzione testuale del suo discorso: “Forse ricorderete uno scrittore chiamato Michael Crichton. Era una forza dell'intrattenimento americano. Era uno scrittore di romanzi. Era un produttore cinematografico. Ha prodotto una marea di film e libri di successo: "Il ceppo di Andromeda", "Jurassic Park" e così via, ma era anche - e questo è meno ricordato - un filosofo politico molto saggio.

Vent'anni fa, prima di morire, Michael Crichton tenne una conferenza a San Francisco sulla crisi climatica e in quel discorso descrisse l'attivismo climatico come la religione - non un movimento politico, una religione - degli atei urbani, delle persone che rifiutavano ogni aspetto dell'ebraismo e del cristianesimo.

Gli attivisti per il clima, senza dirlo ad alta voce, avevano creato una religione, con tutte le caratteristiche che si possono riconoscere in qualsiasi religione convenzionale. Avevano il loro Eden, che sarebbe stato il mondo prima dell'arrivo dei coloni. Avrebbero avuto il loro peccato originale, perché ogni religione ne ha uno. Nel loro caso, si tratterebbe della Rivoluzione industriale e, a causa di quel peccato originale, credevano che stesse per arrivare una catastrofe, una fine dei tempi e, secondo loro, la fine dei tempi era una catastrofe climatica.