Caso De Angelis: l'imbeccata di una domenica d'agosto tradisce il fuoco amico

Inside: storia di uno scoop di una domenica d'estate che tradisce la mano del “fuoco amico” E Rocca conferma la fiducia

di Franco Pasqualetti
Roma

Il caso di Marcello De Angelis ha riportato in auge uno dei mali storici del centrodestra. Non si tratta di senso appartenenza o di libertà di pensiero che sono sacrosanti, ma di un tarlo che contraddistingue l'andamento politico delle destre nella storia italiana: il fuoco amico.

Già, perché De Angelis, che ha avuto la colpa di esprimere un pensiero privato e di toccare quello che in Italia è considerato un tabù di cui è meglio non parlare, è stato fucilato a suon di comunicati stampa e dichiarazioni. Un attacco violento che però ha una radice amica: la segnalazione ad alcuni giornalisti amici, del post di Marcello De Angelis, sembra partita proprio da chi lavora fianco a fianco col responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio.

Lo scandalo anticipato

Un gesto di viltà, che se provato, ha solo anticipato i tempi dello scandalo e lo ha fatto deflagrare come una bomba nel vuoto assoluto: sicuramente il pensiero di De Angelis sarebbe stato notato prima o poi, ma la chiamata del tradimento ha avuto l'effetto deflagrante in una domenica rovente di agosto quando le notizie in agenzia si contano sulle punte delle dita e quando le redazioni dei giornali sono semideserte o ci occupano di Esteri.

Sussurri e grida da via Cristoforo Colombo

Non è la prima volta che da via Cristoforo Colombo partono piccoli o grandi dossier fatti ad hoc per screditare e tagliare le gambe a chi magari corre meglio e più veloce. Ecco allora che invece di parlare si “sussurra e si bisbiglia”.

È una storia lunga come l'arco costituzionale della Repubblica italiana: il centrodestra ha questo tarlo del tradimento e dei “velinatori” pronti a giocare sporco. Marcello De Angelis può aver sbagliato il modo, i tempi e anche l'opportunità ma ha tenuto le spalle larghe e il petto in fuori quando era iniziato la fucilazione mediatica. Il Presidente Rocca dovrebbe indagare su certe dinamiche.

Francesco Rocca: "Non revoco la fiducia"

Francesco Rocca: "De Angelis resta al suo posto" E con una frase secca il presidente della Regione Lazio pone fine alla vicenda. scrive Rocca: “Ho incontrato Marcello De Angelis ieri, in tarda serata, e dopo lunghe riflessioni e un attento e sincero confronto, ho deciso di non revocargli la fiducia. Pertanto, manterrà la direzione della Comunicazione Istituzionale in Regione. So bene che, quanto affermato da Marcello De Angelis nei giorni scorsi in relazione alla strage di Bologna, ha offeso e turbato molti, ma il suo è stato un errore dettato da un forte coinvolgimento personale e affettivo a tragiche vicende che, tutt’oggi, animano la coscienza e il dibattito politico nazionale.

Il mio primo pensiero, in questi giorni, è andato ai familiari delle vittime di Bologna e a quanto una parola sbagliata possa riaprire ferite mai rimarginate. Un punto rilevante su cui ci siamo soffermati a lungo è quello, per me fondamentale, del rispetto delle sentenze. Nella mia vita ho sempre cercato di agire con il massimo rispetto per le opinioni altrui e per la libertà di espressione. Non ho mai censurato nessuno, ho fatto del dialogo il mio faro in qualunque tipo di attività intrapresa e cerco di ascoltare il dolore che si cela anche dietro a un passo falso. Dopo una lunga riflessione ho deciso perciò di comprendere e non allontanare una persona sinceramente addolorata e che, indubbiamente, è una valida risorsa per la mia struttura. Spero che le sue sentite scuse, già espresse sui social, arrivino a tutti quanti con la stessa forza e autenticità che ho percepito io”.

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