Centrale del Latte Roma, ritirata dei francesi Lactalis: produzione tagliata

In attesa della sentenza della Cassazione, la controllata Parmalat va in trincea. I piccolo produttori di Finlat pronti a subentrare al “gigante”

Roma

La multinazionale francese del latte, la Lactalis, presente in 140 Paesi, si prepara ad una ritirata strategica dal mercato italiano. Succede a Roma, dove la controllata Parmalat, che a sua volta controlla la Centrale del Latte di Roma col 75%, ha deciso di non portare più a Roma il latte prodotto e raccolto nel centro Italia.

A meno di due mesi dal pronunciamento definitivo su una vicenda giudiziaria che si protrae da quasi 27 anni, i francesi optano per la riduzione della produzione di latte e derivati, coscienti che il saldo dal pagare al Comune di Roma per la restituzione di impianti e mercato sarà salatissimo: quel 75% di quote vale oltre 41 mln di euro ai quali vanno aggiunti gli interessi e la rivalutazione per i dividendi sottratti al legittimo proprietario delle quote, cioè il Comune, per tutto il periodo nel contenzioso.

Il Comune di Roma aspetta la sentenza della Corte Suprema

Ancora prima delle preoccupazioni sul futuro dei 162 dipendenti, è già battaglia su chi dovrà prendere in mano l'eredità dell'impianto di via Fondi di Monastero. Il Comune di Roma attende la sentenza definitiva della Corte Suprema di Cassazione per dare il via libera a un'ipotetica gara per la gestione, e chi si fa avanti è invece il consorzio che riunisce le aziende produttrice del litorale che, attraverso la Finlat detengono il il 16% delle quote della Centrale. A dare voce ai piccolo produttori è il consigliere regionale della Lega Daniele Giannini che denuncia: “La Centrale del Latte di Roma, vero e proprio patrimonio agricolo della Capitale, va salvata con una mossa fulminea da parte del Comune, altrimenti si rischia di mettere il latte capitolino completamente nelle mani di una azienda francese e lasciare per strada un indotto di almeno un migliaio di lavoratori".

I produttori di Finlat pronti ad entrare nella gestione

E poi spiega come i “piccoli” siano pronti a subentrare ai francesi: “Gli agricoltori nostrani di Finlatte che ad oggi controllano il 16% della società, si sono detti disponibili a gestire l'impianto fino a sentenza definitiva della Cassazione. Se ciò non dovesse avvenire, da gennaio, si rischia concretamente di perdere metà della produzione. Il sindaco Gualtieri chieda subito la convocazione di un consiglio di amministrazione in cui pretendere da Parmalat, gestore per conto dei francesi di Lactalis, la riconsegna di tutte le azioni, come sancito dal secondo grado di giudizio, in Corte d'Appello”.

In 10 anni la Regione Lazio non ha fatti nulla

Ma per Giannini chi ha perso il treno della battaglia legale cominciata quando Sergio Cragnotti vendette l'azienda ignorando la clausola dei 5 anni e la prima azione legale avviata dal sindaco Alemanno per recuperare le quote della Spa di Casal Monasteto, è la Regione Lazio. Pur avendo concesso l'accesso ai finanziamenti europei per l'ammodernamento nei 10 anni di Giunta Zingaretti, non un atto è stato mai compiuto per dare una soluzione alla vicenda o “premere” affinché il patrimonio in mano ai francesi potesse tornare sul territorio. “E oggi è l'ultimo giorno ufficiale di Consiglio regionale – osserva Giannini con amarezza”.

I derivati del latte della Centrale a Roma costano più di quelli dell'Alto Adige

Per gli appassionati di commercio, c'è da segnalare che alcuni prodotti realizzati nell'impianto di Casal Monastero, nei supermercati romani hanno un costo maggiore di quelli prodotti nel nord Italia, precisamente in Alto Adige. Una stortura che vince addirittura sul costo del trasporto del latte. Ma nessuno se ne accorge.

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