Chiede all'Inps l'invalidità a giugno: ha appena 94 anni e “può attendere”
Prigioniera in casa perché non trasportabile da 165 giorni attende che l'Inps esamini la domanda di invalidità. Il silenzio imbarazzante dell'Istituto
Ha 94 anni, è immobilizzata in casa e senza l'aiuto dei familiari non si può muovere né compiere qualsiasi gesto della quotidianità. Lo scorso 6 giugno per Giovanna F. classe 1929, i familiari presentano via Caf la domanda all'Inps per chiedere i benefici dell'invalidità ma da allora l'Istituto si è ben guardato dal rispondere.
Ritardi, burocrazia, assoluto menefreghismo continuano a marcare indelebilmente l'Istituto di Previdenza Inps che ignora oltre ai diritti dei cittadini, anche i problemi legati all'anagrafe. Così la famiglia si è rivolta alla redazione di affaritaliani.it che, in data 8 ottobre, ha inviato all'Inps copia della documentazione relativa alla domanda dell'anziana per le necessarie verifiche ma l'Istituto ha fatto orecchie da mercante.
Il medico sconsiglia di muoverla da casa
La signora Giovanna, oltre agli acciacchi dell'età avanzata ha allegato alla documentazione un certificato medico che attesta non solo che non si può muovere ad casa “con controindicazione mediche che rendono rischioso o pericoloso per sé e per gli altri lo spostamento del soggetto dal suo domicilio”. ma anche una fortissima riduzione della vista e dell'udito. Documentazione ok, ricevuta del Caf ok e la beffa della burocrazia che nel modulo recita: “Il luogo e la data della visita verranno comunicati a breve”.
Al 18 ottobre è in attesa da 165 giorni di una risposta
Dunque, a conti fatti, dal 6 maggio scorso ad oggi 18 ottobre sono passati 165 giorni solari. Non c'è limite alla vergogna. Per eventuali segnalazioni su ritardi e disservizi dell'Inps: roma@affaritaliani.it