Conte detta la linea al Pd: “Nel Lazio con noi chi aderisce al programma"

Giuseppe Conte lancia un siluro al vecchio Pd: “Si vince con il programma non con l'ammucchiata”. Sempre più realista che l'M5S vada alle Regionali da solo

Roma

Effetto sondaggi, quello che appare a Roma e manda messaggi al vetriolo al Pd è un Giuseppe Conte scatenato. Al grido di non si tratta con chi perde le elezioni e che il campo largo altro non è che un'ammucchiata di partiti che ha come unico obiettivo quello di vincere e non di governare”, il leader del Movimento annuncia il viaggio in solitaria.

Manda un messaggio al “preistorico Goffredo Bettini: “Io rispetto le opinioni di tutti. Goffredo Bettini è un amico, lo sento molto spesso. La consegna di una Regione alla destra? Non funziona così la politica. Si vince se si ha un programma solido. Si può essere anche vincenti, fare un’ammucchiata ma non andare da nessuna parte”.

Una staffilata a Calenda

Quindi un cazzotto nello stomaco alla stellina dei social Carlo Calenda: "Renzi e Calenda? La risposta la danno già loro. I loro insulti rendono impossibile sedersi intorno a un tavolo. Come possiamo definire un programma di lavoro - si chiede Conte - insieme a forze politiche che fanno del neoliberismo il loro fulcro dal punto di vista dell'azione politica? Quello non è un orizzonte progressista".

L'incubo termovalorizzatore

E visto che il termovalorizzatore di Roma, tanto caro a Calenda, non lo nomina mai, Conte manda un pizzino anche a Roberto Gualtieri, impegnato a rendicontare un anno di lavoro: “Gualtieri festeggia il primo anno da sindaco della Capitale? "Mi sembra che i problemi di Roma siano rimasti tutti sul tavolo, che ci sia stata una fuga in avanti solo con l'inceneritore".

L'M5S pronto a correre da solo nel Lazio

+L'ultimo messaggio è un avvertimento per le elezioni regionali di febbraio '23, dove l'M5S correrà al 90% da solo: “Per le regionali nel Lazio "non ho un nome. Lo decideremo, correttamente, con le altre forze politiche che vorranno sedere con noi intorno al tavolo".

Sintesi per chi non avesse capito: le dimissioni di Zingaretti sono l'ultimo canto del cigno “campo largo”, chi vuole allearsi col Movimento dovrà farlo sul programma e non sui numeri, infine Gualtieri eil suo termovalorizzatore non avranno scampo. Se alle regionali dovesse vincere il 5 Stelle, il megainceneritori non si farà. Nota a latere: da ex avvocato del Popolo, il Giuseppe Conte visto nella sede ex grillina, è un leader tosto che punta a fare il pieno di voti.

La replica di Astorre

Non a caso la prima risposte arriva da Bruno Astorre, segretario del Pd del Lazio: “l presidente del M5s Giuseppe Conte "vuole far cadere il campo largo, mettere fine a una ottima esperienza di governo,  su un tema che non riguarda la Regione Lazio che è il termovalorizzatore di Roma. La legge ha dato poteri al sindaco di Roma per quello, non è competenza della Regione Lazio. Con i diktat non si va da nessuna parte”. Risposta debolissima.

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