Dal massacro del Circeo una vita per uccidere donne. Angelo Izzo si confessa

Ilaria Amenta dà alle stampe “Io sono l'uomo nero”, la storia mai raccontata di Angelo Izzo e dei suoi crimini

di Patrizio J. Macci
Angelo Izzo
Roma

Una giornalista viene casualmente in possesso dei diari di Angelo Izzo, centinaia di pagine scritte nella solitudine della sua cella dal 2016 ad oggi. La scoperta fulminante trascina l’autrice in un viaggio nell’orrore.

Izzo ha scontato trent’anni di carcere per il delitto del Circeo del 1975, riesce ad ottenere una attenuazione delle misure di detenzione per essere reinserito nella società ma torna ad uccidere di nuovo senza pensarci un attimo nel 2005. Ammazza madre e figlia e le seppellisce in una buca. Izzo prova piacere a usare violenza sulle donne e infine a ucciderle dopo averle torturate per giorni.

"Ho collaborato con la Giustizia per tornare a fare reati"

Dichiara senza remore: “Avevo pure collaborato con la giustizia, ma l’ho fatto per uscire, per poi tornare a commettere reati di fuori. Non ho mai voluto fare altro”. Izzo ammette senza difficoltà di essere un’anima nera, un mostro. Izzo e i suoi sodali sono i Drughi neri che hanno come unico scopo rapinare banche, rapire e stuprare le donne che incontrano senza pietà. Attualmente Izzo è malato, ha avuto diverse ischemie e ritiene che la detenzione in carcere sia incompatibile con il suo stato di salute, è recluso in un carcere laziale, studia e sta per laurearsi in giurisprudenza.

Dal diario un viaggio nella psiche ossessionata dal male

Ilaria Amenta non si limita a selezionare nel magma sgrammaticato della confessione fiume di Izzo che non segue un fio cronologico i documenti inediti (che sono decine, ed alcuni contraddicono clamorosamente gli esiti di alcune vicende dal punto di vista giudiziario, altri rivelano delitti rimasti senza soluzione) ma riesce ad aprire una porta al lettore nella psiche dell’Uomo Nero. Izzo è malato, un narcisista patologico con deliri di onnipotenza per il quale la vita umana non ha assolutamente valore, riesce a sentirsi a suo agio solo con almeno due pistole alla cintola. E’ uno scaltro manipolatore di soggetti deboli o borderline sui quali riesce a imporsi: il fascino del Male.

In carcere riceve lettere da parte di centinaia di sostenitori, da donne che lo corteggiano. Per chi nulla sa della Capitale degli Anni settanta il libro è una precisa ricostruzione della geografia politica di quel periodo, i quartieri, l’abbigliamento, i libri, le automobili. Ampio spazio è dedicato alla ricostruzione del delitto del Circeo in cui fu uccisa Rosaria Lopez e seviziata Donatella Colasanti che riuscì a fuggire, al destino dei “fratellini” di Izzo e alla latitanza di Andrea Ghira mai chiarita fino in fondo.

ILARIA AMENTA
IO SONO L’UOMO NERO
Dal Circeo a Ferrazzano la storia mai raccontata di Angelo Izzo e dei suoi crimini

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