Elezioni Lazio: l'M5s De Santis: “Il leaderismo produce l'astensionismo”

“Un romano su 4 non ha votato”, Antonio De Santis mette sotto accusa il leaderimo della politica”. Ferrara: “Il territorio non ha funzionato”

Roma

Mea culpa da una parte, e poi le colpe degli altri. Il presidente del Gruppo Capitolino Lista Civica Virginia Raggi - Ecologia e Innovazione", tira le somme del voto a Roma. “Questa tornata elettorale ci dice che quasi un romano su quattro non va più a votare ma anche in Lombardia e nel resto del Paese non è che vada meglio. La distanza tra la politica ed i cittadini sembra essere diventata siderale. Eppure, quella che qualcuno definisce "l'arroganza delle nomenclature" non batte ciglio”.

La politica non è pià partecipata

De Santis mette sotto accusa il leaderismo della politica: “Siamo davanti ad una politica sempre più autoreferenziale, impostata su forme di leaderismo, che produce danni al nostro sistema democratico sempre più fragile perché meno partecipato. Lo sottolineo, non si tratta di mettere in discussione i meriti delle vittorie o i demeriti delle sconfitte, anzi. Piuttosto si tratta di comprendere che, in questo momento storico, vi è una crisi di partecipazione politica ma anche sociale e associativa senza precedenti. Il punto, ahi noi, è che a molti conviene non vedere perché se si è in pochi diventa più facile gestire e cooptare. E' così che la gestione della cosa pubblica viene ridotta ad un circuito di addetti ai "lavori" che se la canta e se la suona, peraltro spesso dipingendo una realtà che non esiste o, magari, raccontando un mondo che non c'è”.

E poi conclude: “Occorre trovare una ricetta per contrastare questo decadimento. Lo facciano tutti: chi ha vinto e chi ha perso. Perché la sconfitta più grande sembra essere quella di tutti".

Paolo Ferrara: "Risultati nostri deludenti"

Chi entra nel merito della clamorosa sconfitta del Movimento è invece il consigliere capitolino del M5s e vicepresidente dell'Assemblea capitolina Paolo Ferrara: “È chiaro che i risultati di queste regionali sono deludenti. Penso però che a deludere di più sia il forte astensionismo che ha caratterizzato queste elezioni, rendendole le meno partecipate di sempre. Il Movimento 5 Stelle cresce a livello nazionale ma non riesce a radicarsi nei territori, a parte alcuni in cui ci sono ancora segni di vitalità".

Sotto accusa le strutture territoriali

Ancora Ferrara: “Le strutture territoriali sono importanti, ma prima servono persone che hanno chiara la loro missione, altrimenti si rischia di non risolvere il problema dell'efficacia sulla dimensione locale. Non si è 'struttura' solo perché lo si dice, ma lo si diventa quando si portano delle proposte valide e riconoscibili sul territorio: ossia quando si è un 'contenitore' in grado di parlare alle imprese locali, ai comitati, alle associazioni, alle parti sociali. E, prima di tutto, ai cittadini.  - prosegue Ferrara  - Poi i coordinatori devono essere persone riconoscibili, che sappiano trainare i consensi e riconoscere a loro volta chi è in grado di riscuotere le preferenze degli elettori. Il decimo Municipio e Pomezia hanno ottenuto le percentuali più alte e il maggior numero di preferenze per quanto riguarda il M5S: questo è il segno che alcuni territori sono in grado di reagire nei momenti di difficoltà. Qui sul litorale di Roma sono anni che la nostra proposta funziona, e credo sia da questo modello (e da altri simili) che dobbiamo ripartire. Diamoci da fare”.

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