Regione Lazio, la Giunta Rocca c'è: 6 assessori a FdI, 4 a Lega e FI. Chi sono

Fratelli d'Italia ha definito nomi e assessorati con Laura Allegrini all'Agricoltura. La Lega non si arrende ai veti multipli su Cangemi

Roma

La Giunta di Francesco Rocca presidente del Lazio è pronta. Confermate alcune anticipazioni come Roberta Angelilli che avrà le Attività produttive e la vicepresidenza e sarà la “donna forte” e i “capricci della Lega” che ha addirittura minacciato l'appoggio esterno per tentare di alzare la posta, la squadra è completa.

Partiamo dalle certezze sulla Giunta a 9+ 1 con la delega alla Sanità nelle mani del presidente. La vice sarà Roberta Angelilli che avrà anche la delega alle Attività Produttive e alla gestione dei Fondi Ue, una scelta che sostanzia la grande energia nella ripresa economia strutturale della regione di Roma, i cui fondamentali produttivi la stanno facendo scivolare verso il Sud del Paese e non solo per la disoccupazione e il numero di assistiti col Reddito ma anche e soprattutto per il peso di Roma ancora alla ricerca di una vocazione industriale che non sia quella del turismo e dei servizi annessi.

Con le 36 mila preferenze e un'esperienza bancaria a Velletri, Giancarlo Righini avrò la delega al Bilancio. Di “rito meloniano fondamentalista, ha dalla sua i colonnelli schierati sul campo come Silvestroni e Trancassini e pare pure nella grazie di Giovanni Donzelli. Righini si è confermato una macchina da voti.

L'Urbanistica senza però le competenze sullo Stadio della Roma sarà nella mani di Massimiliano Maselli, un sempre verde onnipresente che nella precedente legislatura ha occupato la poltrona più comoda della Commissione Commercio.

Poi c'è Fabrizio Ghera, altro recordman di consensi, già con Alemanno al Comune e “emanazione” di Fabio Rampelli. Da primo degli eletti a Roma, avrà la delega ai Lavori Pubblici.

Con l'obiettivo di averne almeno 4, le mani nell'Agricoltura regionale le metterà Laura Allegrini, 9 anni in Confagricoltura e lunga esperienza in Consiglio regionale. E' una fan del movimento “no quote rosa” e lo ha fatto pesare in Commissione Agricoltura, quando votò contro le quote femminili nelle aziende. Di lei di cono che sia più resistente di un trattore e che abbia competenze nel settore da vendere. Il quadro si completa col fatto che viene da Viterbo e se magari non ama le “quote” dovrà sottostare la fatto che sul suo nome la convergenza c'è stata all'unanimità quando hanno visto che poteva riequilibrare come rappresentante del territorio l'assurda legge che premia gli eletti a Roma.

Forza Italia ha pronte le proposte, la Lega inchiodata dal caso Cangemi

Ora gli azionisti di minoranza che le hanno provate tutte per forzare la mano, comprese le puerili minacce di uscire dalla Giunta garantendo l'appoggio esterno perché a gran voce chiede come secondo partito della coalizione una “carica apicale”. E anche oggi, a tre giorni dalla chiusura della trattativa, nel quartier generale leghista c'è chi gridava al “colpo di stato”. “Va bene che hanno preso il 30% e più ma non possono pensare di tenere una coalizione in piedi prendendo tutto loro”. A fronte della richiesta di affidare la Presidenza del Consiglio, osteggiata perché “di giorno pranzava col centrodestra e la notte mangiava in trattoria col Pd Ledori”, l'offerta sul piatto è sempre la stessa: due assessorati e basta con uno già saldamente in pugno a Pasquale Ciacciarelli, già presidente uscente della Commissione Cultura e indicato proprio per l'assessorato, in vantaggio perché “quota regionale” come rappresentante della Ciociaria. Gli altri due nomi dovrebbero essere il “solito” Cangemi se privato del giocattolo dell'Aula in tandem con Anna Cinzia Bonfrisco. Tra i due chi rischia di più è la Bonfrisco anche se farebbe saltare il “Cencelli delle quote rosa”. La Lega per ora tace e non cambia linea col “ricattino” che se non prende la presidenza dell'Aula chiede 3 assessori.

Infine, Forza Italia. I nomi che circolano sono tre: la vecchia volpe Pino Simeoni, il neo eletto e già sindaco di Gaeta, Cosimo Mitrano e Maria Spena. Anche in questo caso rischia di spuntarla una donna.

Tempo serrati per le trattative

E le trattative? Da martedì 7 marzo si fa sul serio con i partiti che metteranno sul tavolo nomi e deleghe. Se Fratelli d'Italia ha la rosa completa, compresa la presidenza del Consiglio Lega e Forza Italia dovranno riempire le caselle mancanti. A parte Ciacciarelli sul quale non pare ci siano problemi. Se la Lega ammorbidisce la linea, già giovedì a pranzo potrebbe esserci la presentazione.

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