Roma: caso Fiera, la Corte Conti dichiara il difetto di giurisdizione

Dichiarato il difetto di giurisdizione nel proce dimento relativo al dissesto finanziario della Fiera di Roma: erano a giudizio 6 manager

La Fiera di Roma
Roma

La Corte dei Conti del Lazio ha dichiarato il difetto di giurisdizione nel proce dimento relativo al dissesto finanziario della Fiera di Roma. La sezione giurisdizionale, presieduta da Pasquale Fava, nel caso che ha visto rinviati a giudizio 6 manager tra membri e dirigenti della Investimenti Spa, tra i quali Lorenzo Tagliavanti, Cesare Pambianchi, ex presidente della Confcommercio, Vincenzo Alfonsi, ex segretario della Confesercenti e Andrea Mondello ex presidente Cda di Investimenti Spa, ha dichiarato il difetto di giurisdizione in favore del giudice civile.

La sentenza

‘’La Procura regionale ha affermato che la società Investimenti s.p.a. sarebbe una società sottoposta a controllo pubblico analogo congiunto rifacendosi all’assetto societario risultante dalla relazione della Guardia di finanza. Per i convenuti, invece, mancherebbero tutti gli elementi caratterizzanti l’in house. Il Collegio ritiene che la società Investimenti s.p.a. non sia un ‘in house provider’ e che, per tale ragione, non sussista la giurisdizione contabile sulla controversia in esame’’ si legge nella sentenza della Corte dei Conti del Lazio depositata oggi.

I giudici contabili

Per i giudici contabili ‘’nel caso di specie mancano tutti gli elementi (strutturali e funzionali) dell’in house. È completamente assente l’elemento funzionale dell’asservimento atteso che l’attività svolta dalla società danneggiata non è rivolta alle pretese Amministrazioni controllanti, bensì al mercato. In proposito le difese hanno fornito elementi chiari e certi, mentre la Procura non ha prodotto alcuna prova contraria. È poi fatto non contestato che nella compagine societaria erano presenti soggetti privati poi fuoriusciti’’ si sottolinea nella sentenza nei confronti di Andrea Mondello, difeso dagli avvocati Aristide Police e Raimondo d’Aquino di Caramanico, di Cesare Pambianchi per il quale è stata dichiarata la contumacia, di Lorenzo Tagliavanti difeso dagli avvocati Pasquale Frisina, Caterina Mercurio, Salvatore Sfrecola ed Edoardo Giardino, di Ottavia Zanzi difesa dagli avvocati Valentino Vulpetti e Patrizio Leozappa, di Marco Attilio Tranquilli difeso dagli avvocati Maria Alicia Mejía Fritsch e Guido Carpineti, di Vincenzo Alfonsi difeso dall’avvocato Valerio Tallini.

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