Roma, decennio di declino. Bankitalia: "E' il fanalino di coda delle Capitali"
Dall'occupazione alla qualità della vita, dagli investimenti agli sviluppi la Capitale è bocciata dal rapporto della Banca d'Italia
Dopo Alemanno il vuoto assoluto. Per Roma Capitale gli ultimi dieci anni sono stati un continuo declino. E così la Città Eterna è diventata il fanalino di coda delle capitali europee. A sancirlo è il rapporto di Bankitalia che attesta il disfacimento politico, economico e sociale di Roma.
Dipendenti pubblci, sfatato il mito
La ricerca della Banca d'Italia sfata innanzitutto il luogo comune di una citta' sommersa dai dipendenti pubblici: "in rapporto alla popolazione sono solo di poco superiori a quelli delle altre aree metropolitane" spiega Raffaello Bronzini, economista affermato di via Nazionale curatore della ricerca "e sono diminuiti piu' che nelle altre aree". Anche il Comune di Roma non e' affetto da gigantismo: ha 86 addetti per 10 mila abitanti inferiori a quelli che ha Milano (110). Il Comune ha ridotto gli investimenti nel decennio considerato e la ricerca mostra che a fronte di poco piu' di 100 euro pro capite investiti dal Campidoglio (dato riferito al 2021) a Milano Palazzo Marino ne puo' investire 400. "Il calo degli investimenti pubblici lo denunciamo da tempo" commenta nel corso della presentazione il presidente di Unindustria Angelo Camilli.
Occupazione in calo
In calo l'occupazione, rileva poi la Banca d'Italia, anche per le imprese private che dopo la crisi del debito sovrano hanno visto ridursi la quota di fatturato, in particolare da parte delle grandi imprese partecipate pubbliche con un fatturato che rappresentava il 45% del totale del fatturato delle imprese romane. A Roma tuttavia si e' confermata un'alta vitalita' delle imprese, soprattutto nei settori tradizionali, cosi' come un alto grado di internazionalizzazione. Note positive anche dalla ricerca pubblica che ha peso maggiore rispetto alle altre aree metropolitane italiane. La ricerca della Banca d'Italia ha uno sguardo all'indietro ma offre alcune indicazioni su come rilanciare la Capitale. Al primo punto mette il rilancio dei servizi pubblici e delle infrastrutture, seguito dall'ammodernamento della P.A. e ad un migliore sfruttamento delle risorse del Pnrr. A giudizio degli economisti di via Nazionale vanno rinforzati i servizi a piu' alta intensita' di conoscenza e va migliorata la governance del turismo che negli ultimi dieci anni, prima del Covid, ha visto aumentare le presenza ma diminuire la spesa media del turista estero.
Poche prospettive
Le risorse del Pnrr, gli investimenti per il Giubileo e in prospettiva per Expo 2030 vengono indicati nel corso di una tavola rotonda alla quale partecipa, tra gli altri, l'assessore del Comune alle attivita' produttive, i fattori su cui puntare per i prossimi anni. Brandolini gela pero' gli entusiasmi: "vedo molti auspici dai grandi eventi ma i cambiamenti devono riguardare l'ordinaria amministrazione perche' solo cosi' si affrontano i problemi".