Roma, Divino Amore “proprietà privata”. Il cardinal Feroci chiude il santuario
Da lunedì “accesso vietato” dall'Ardeatina al santuario più caro ai romani. La linea “dura” vuole solo funzioni religiose
Un cancello, i cartelli “proprietà privata” e addio santuario dei romani. Il Divino Amore, mèta di pellegrinaggio svago e tempo libero, da lunedì scorso è chiuso: ingresso vietato alle auto e per i pedoni una corsa a ostacoli per poter andare dall'ingresso sud della via Ardeatina nel parco e nel nuovo santuario.
La nuova gestione di quella che i romani chiamavano affettuosamente la “casa di campagna della Madonna” diventa “cosa nostra”: uno spazio verde nella campagna romana utilizzata non solo per le funzioni religiose ma anche come spazio di aggregazione, sport amatoriale e tempo libero. Cancelli chiusi: l'ordine scattato dal rettore Enrico Feroci è di chiudere e così sono scattati i cartelli “proprietà privata”, addirittura impedendo l'accesso da sud al piccolo ufficio postale per i, quale i residenti della zona si erano battuti in passato per averlo.
La "linea Feroci" nella gestione del santuario
Ottantatrè anni suonati, cardinale e arcivescovo e già alla guida della Caritas, dal 2021 ha preso “possesso” come parroco e Rettore del Divino Amore e di Castel di Leva, e da allora ha avviato una politica di “chiusura” dell'area sterminata sulla quale è sorta la “cittadella” della fede, sostenuta da sempre con le donazioni dei fedeli e in particolare, quelli della zona dell'Ardeatina, che prestano servizio accanto alle suorine per le necessità di supporto e aiuto ai bisognosi.
Cresce il malumore tra i parrocchiani
Da lunedì è vietato l'accesso per passeggiare, correre, portare a spasso i cani e per ogni attività che non sia quella ufficiale del week end. E cresce il malumore tra i parrocchiani.