Spesa dal contadino, deserti i bandi del Comune. “Meglio gli spazi privati”
Le promesse elettorali di Gualtieri per incentivare il consumo dei prodotti dell'Agro Romano finiscono nel nulla. Il caso del Mercato dei Sapori in VI Municipio
Nel programma di Roberto Gualtieri sindaco c'era l'apertura di 5 mercati gestiti direttamente dagli agricoltori e dopo un anno non ce n'è neanche uno. Anzi. L'unico programmato ha visto il bando andare deserto. E ora il Comune di Roma, che aveva deciso di mettere l'agricoltura al centro delle attività produttive cittadine, stimolando gli acquisti a chilometro zero, si trova con un pugno di mosche in mano.
Ma perché gli agricoltori del'Agro Romano e dei Castelli e persino le associazioni di categoria del settore agroalimentare hanno rifiutato in blocco l'offerta di aprire un “Mercato dei Sapori” nel Vi Muncipio non presentando alcun offerta al bando liberato dal Comune lo scorso 28 luglio? Semplice: la zona scelta dal Comune di Roma, il Municipio VI delle Torri, cioè Tor Bella Monaca, non garantisce una remunerazione adeguata all'investimento perché la vera appetibilità per un mercato che valorizza il chilometro zero e la “filiera corta” è data dal potenziale commerciale della zona e dalla possibilità di poter inserire all'interno del mercato servizi aggiuntivi in grado di attirare clienti con un'offerta diversificata di prodotti e di trasformare il luogo di vendita in un punto naturale di aggregazione. Invece il Comune, Dipartimento Attività Produttive, ha licenziato un bando privo di ogni creatività commerciale e di appeal, naturalmente andato deserto. Puro business, “a norma di legge” e denso di pratiche burocratiche da sbrogliare in 30 giorni.
I produttori disertano, il Comune ci riprova
Basta per “imparare la lezione” impartita dai piccoli produttori? Neanche per sogno, perché lo scorso 23 dicembre il Campidoglio ha lanciato un nuovo bando, identico al precedente e con scadenza il prossimo 22 gennaio, con il quale riprova a sedurre gli operatori per gestire il mercato di via Luciano Conti. Stesso bando ritirato il 29 novembre, “essendo decorso inutilmente il termine di presentazione delle offerte senza che nesia pervenuta alcuna”. E così si prepara ad una seconda musata, mandando per aria il progetto di costruire un nuovo network di mercati dove i consumatori possono acquistare direttamente dai produttori.
La promessa elettorale: "5 Farmer Market in 100 giorni"
E pensare che proprio i Farmer Market, erano uno dei 9 punti qualificanti del programma del sindaco da realizzare in 100 giorni. Ne sono passati quasi 400 senza che sia accaduto nulla.
Copagri: "Il bando per i piccoli produttori è impossibile da sostenere"
Il bando prevedeva 18 postazioni da 30 metri quadri quando magari ne bastano 12 o 15 – spiegano da Copagri – chi vende miele ad esempio non ha bisogno di questo spazio. Tutto il procedimento economico finanziario come fidejussioni e altro -. previsto sì dalla legge – per gli agricoltori è più oneroso e richiederebbe consulenti. Roma poi ha tanti “mercati contadini” che quasi risulta difficile per le aziende poter partecipare e molti che producono a Roma hanno già dei punti vendita e chi viene da fuori Roma non ha alcun vantaggio economico a partecipare. Prima di fare i bandi il Comune dovrebbero consultare i gestori dei mercati esistenti. I mercati hanno un costo e una stagionalità. Bando fatti così impediscono una riposta da dare oltretutto in 30 giorni”.
A furia di scavare viene fuori dalla verità: le grandi organizzazioni agricole preferiscono i mercati coperti, mentre i piccoli produttori preferiscono i mercati privati. Costano meno e vengono più incontro alle esigenze di chi produce. Forse è il caso che il Campidoglio oltre ai programmi faccia analisi di mercato reali.