Stadio della Roma, urbanisti, docenti e ambientalisti dicono no: la petizione

Roma, Milano e Parma unite nella battaglia contro la realizzazione degli stadi. Una lotta comuni con un fronte di professionisti del settore urbanistico

di Franco Pasqualetti
Roma

La battaglia per dire No allo stadio della Roma a Pietralata esce fuori dal Raccordo anulare. E diventa una battaglia di tre città: Roma, Parma e Milano. Una petizione unica per bloccare, o almeno tentare di mettere uno stop, alla realizzazione di quella che urbanisti e archietti definiscono una maxispeculazione.

Tre realtà locali, tre importanti città italiane, tre progetti di nuovi stadi di calcio, una battaglia comune.

La petizione su Change.org

Alla sottoscrizione hanno aderito, come detto, urbanisti, architetti, docenti e professionisti che vedono con scetticismo la realizzazione dello stadio a Pietralata. Tra questi Vezio De Lucia, uno dei massimi esperti mondiali di urbanistica, Paolo Berdini (urbanista ed ex assessore dissidente della Giunta Raggi), Sergio Foà (professore ordinario di diritto amministrativo Università di Torino), Paolo Pileri (urbanista e professore ordinario Politecnico di Milano), Antonella Caroli (Presidente nazionale Italia Nostra), Luciano Belli Laura (uno degli architetti più quotadi d'Europa), Piero Bevilacqua (storico, già professore ordinario Università Sapienza, Roma e presidente IMES), Raniero Maggini (Geologo e Presidente del WWF Roma e Area Metropolitana), Michele Zampilli (architetto, professore di Restauro Università Roma Tre). Ma la lista di nomi eccellenti è lunghissima come le firme on line che aumentano ora dopo ora. 

I motivi del No

I Comitati cittadini di Milano, Parma e Roma hanno unito le forze per opporsi alla realizzazione di interventi edilizi, pure diversi, che, tuttavia, comporterebbero analoghi, incredibili, impatti in termini di consumo di suolo, carico urbanistico, emissioni inquinanti e climalteranti. E dietro cui c’è un’unica legge, la cd. Legge Stadi, per cui il rifacimento degli impianti sportivi è solo il pretesto per nuove speculazioni immobiliari.

Beni da tutelare

Le insidie, peraltro, comuni come il bene che si intende tutelare, non stanno solo nella sostanza, ma anche (necessariamente) nella forma dei procedimenti amministrativi con cui si intende dar corpo a questi progetti. Frequenti e defatiganti, infatti, sono i tentativi di impedire ai cittadini l’accesso alle informazioni relative ai progetti o ai titolari effettivi delle società proponenti. Così come elusa o banalizzata è la partecipazione civica ai relativi processi decisionali. 

La protesta

Ad alimentare la protesta che parte proprio da Roma dove sono in corso una serie di incontri con i cittadini per recepire, da una speciale società commissionata dall'As Roma, consigli e criticità sul nuovo impianto di Pietralata. In effetti il progetto dei giallorossi, che ormai va avanti da 15 anni (si era partiti con Tor Vergata ed è finito con una pioggia di avvisi di garanzie, carcerazioni e condanne), è ormai alle battute finali prima della prima pietra ma dal “Comitato stadio Pietralata, No grazie” sono fortemente convinti che si possa ancora bloccare la realizzazione dell'impianto monster in una delle zone più difficili per viabilità e trasporti di Roma.

Campidolio ottimista, quinidi...

Il sindaco Gualtieri sul fronte stadio sembra esser sicuro delle carte che ha in mano. E, ad ogni appuntamento, sbandiera - come la maglia di Lukaku postata all'ombra del Colosseo - proclami di prime pietre in tempi brevi. Eppure tanto convincimento in politica significa voler nascondere dei dubbi indiscutibili. Ora la palla alla petizione: obiettivo 1500 firme. Alle ore 11.30 di martedì 3 ottobre siamo già a quota 1122. 

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