Taxi introvabili, dopo Salvini anche Urso contro Gualtieri: “Inadempiente”

Doppio attacco del Governo al sindaco di Roma: “Inadempienza conclamata per 4 anni”. La risposta surreale dei tassisti

Roma

Taxi introvabili e licenze, dopo Matteo Salvini anche il ministro Adolfo Urso si scaglia contro il sindaco di Roma, Gualtieri e lo fa denunciando due anni di immobilismo da primo cittadino e 2 da ministro.

L'affondo del responsabile del dicastero del Made in Italy è durissimo: “Con il Dl Asset in approvazione alla Camera si ha la svolta del servizio taxi perché abbiamo reso possibile in tempi rapidissimi la concessione di nuove licenze. Con concorsi straordinari che si affiancano a quelli ordinari. "Gualtieri è stato due anni sindaco e non ha attivato le procedure ordinarie, prima è stato ministro per due anni e poteva cambiare la legge. Quindi c'è stata un'inadempienza conclamata di 4 anni", ha concluso.

Il ministro Urso: "Ho scritto ai sindaci, i cittadini non possono aspettare"

Ancora Urso: “Ho scritto stamattina ai 60 sindaci, sedi di aeroporti, affinché si attivino da subito perché i cittadini non possono aspettare".

Ma la risposta alla polemica innescata da due ministri, arriva dagli stessi tassisti. A parlare è il solito leader del sindacato Uri e del 3570, Lorenzo Bittarelli che cerca invano di spostare il problema sulle criticità della città. Scrive Bittarelli lamentando che “sono mesi che lavoriamo oltre le nostre forze: turni massacranti di più di 15 ore al giorno”, e dimenticando il vuoto assoluto del periodo di agosto. Così Bittarelli cerca la soluzione “è colpa degli altri”: “È interessante seguire il dibattito tra il ministro Urso e i sindaci di Roma e Milano, Gualtieri e Sala incentrato sui taxi. Ma quando è che vogliamo affrontare il problema del trasporto pubblico locale nel suo complesso, che non funziona? E quello delle infrastrutture che sono insufficienti, ma necessarie per migliorare la viabilità dei mezzi pubblici che rimangono spesso intrappolati nel traffico? Poi possiamo parlare anche dei taxi, che sono l’ultimo anello della catena, ma prima dobbiamo risolvere alla base questi problemi. Certo, è più facile dire che la colpa è dei taxi che sono pochi, ma noi la nostra parte la stiamo già facendo, sono mesi che lavoriamo oltre le nostre forze: turni massacranti di più di 15 ore al giorno, spesso anche saltando il giorno di riposo, per sopperire alle evidenti alle carenze e inefficienze del trasporto pubblico di linea, bus, tram e metropolitane”.

"Noi tassisti cornuti e mazziati"

La conclusione è salomonica e autoreferenziale: “La verità è che i taxi sono rimasti l’unico servizio di trasporto pubblico che funziona, e che peraltro, a differenza di tutti gli altri, non costa nulla alla collettività. Se tutti gli altri servizi di trasporto non funzionano, noi da soli non possiamo farcela. Essere cornuti e mazziati, però, ci sembra davvero troppo”.

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