Adli come Zidane? No Yacine-Pirlo: Milan, perchè il paragone è vincente
Adli incanta, sprazzi di talento da Yacine in Cagliari-Milan. Il paragone di Paulo Sousa con Zidane e quella via 'indicata' da Pirlo come regista
Adli illumina, Yacine supera a pieni voti la prova di Cagliari-Milan
"Finalmente Adli". Potrebbe essere questa la sintesi del pensiero di tanti tifosi del Milan dopo la vittoria di Cagliari.
Yacine - con quel viso da artista, da pittore fiammingo che dentro di sè ha qualcosa di bello da regalare e trasmettere al mondo - è uno dei giocatori più amati sui social dai tifosi rossoneri, malgrado sino alla vigilia della quinta giornata di serie A, avesse giocato 134 minuti con la maglia del Diavolo (26 in tutto il 2023). Classe 2000, arrivato dal Bordeaux nell'estate di un anno fa (ma era stato acquistato già dodici mesi prima e lasciato una stagione in prestito in Ligue 1), il talento francese ha avuto un impatto complesso con il calcio italiano. Sempre ai margini nelle partite ufficiali, malgrado nelle amichevoli (estive e in quelle autunnali durante la pausa per il Mondiale in Qatar) avesse rapito i cuori di tanti amanti del bel calcio.
Già, perché lui la palla la accarezza, facendola girare di prima appena può. E ha visione di gioco. Cosa non comune, né banale. Anzi, è un dono di pochi, in un calcio moderno sempre più fisico, vorticoso e muscolare. Dicono: "E' lento". Ma è proprio quel pallone che passa dai suoi piedi a viaggiare spesso veloce o comunque con traiettorie 'intelligenti'.
Eppure la scorsa stagione, come accennato, non ha giocato praticamente mai. Alcuni commentatori tecnici lo hanno bocciato, ma, a ben vedere, più per mancanza di evidenze che per prestazioni insufficienti. A dirla tutta, per fare un esempio, nel flashback della sconfitta per 2-1 del Milan sul campo della Fiorentina a inizio marzo si ricorda un Adli che giocò gli ultimi sette minuti (più recupero) e diede il là all'azione del gol rossonero (prodezza poi di Theo Hernandez). Solo che tra un Charles De Ketelaere tanto atteso - ma in versione aspettando Godot - e un Brahim Diaz già dentro i meccanismi e che dava garanzie (pur tra mille alti e bassi), Yacine si trovò chiuso.
Poi la scorsa estate (quando le offerte per il ragazzo non mancavano: Salernitana, Empoli, Sassuolo sulle sue tracce in Italia, più i club esteri) Stefano Pioli, complice l'infortunio di Bennacer (in semifinale di Champions con l'Inter), ha iniziato un percorso di inquadramento di Yacine davanti alla difesa. Intuizione vincente? Probabilmente sì.
Adli, il paragone con Zidane di Paulo Sousa e quella via indicata da Pirlo al Milan
Ecco dunque Adli, un numero 10 classico - paragonato in queste ore a Zinedine Zidane dal suo ex allenatore Paulo Sousa (“È un ragazzo splendido, un lavoratore. Tecnicamente straordinario, un creativo. Per la creatività e la qualità tecnica che ha ho detto che è il nuovo Zidane. Ha sicuramente bisogno di continuità e di migliorare in qualche aspetto”) - che cerca una nuova vita come regista. Possibile? Accadde qualcosa di simile proprio con la maglia del Milan con Andrea Pirlo.
Se qualcuno dovesse per caso storcere il naso o ipotizzasse il principio di paragone calcisticamente blasfemo, ricordiamo che il fuoriclasse bresciano, prima di esplodere era sì talento di classe pura, ma reduce da un'avventura con la maglia dell'Inter che lo aveva visto non riuscire a sfondare come trequartista. Tanto che i nerazzurri lo prestarono prima alla Reggina (28 presenze e 6 gol) e poi al Brescia per sei mesi (squadra da cui lo avevano comprato due anni e mezzo prima). E, proprio sul finir di stagione con la maglia delle Rondinelle, un campionissimo della panchina quale certamente è stato il compianto Carletto Mazzone, gli cambiò ruolo provandolo come regista dalla difesa.
Un esperimento vincente: Pirlo fece bene, capì che quella poteva essere la sua strada e, quando nell'estate successiva passò al Milan (scambiato con Brincic più soldi, colpo di mercato firmato Adriano Galliani), fu il primo a chiedere a un altro grande Carletto del calcio italiano e Mondiale - Ancelotti - di giocare in quella posizione. Nacque così il Diavolo - quasi - invincibile in Europa e nel mondo (due Champions conquistate con in mezzo una finale maledettamente persa a Instabul e una seminale contro il super Barcellona di Ronaldinho): Pirlo a ispirare la manovra dei vari Seedorf, Kakà, Rui Costa, Shevchenko e Inzaghi.
E qui torniamo a Yacine Adli: come il centrocampista dell'Italia campione del mondo 2006 ha piedi buoni, tecnica, cervello calcistico finissimo, personalità (mai mostrato tracce di paura nel farsi trovare col pallone tra i piedi anche quando scotta: basti vedere non solo la sfida di Cagliari, ma pure le amichevoli giocate in precedenza). E velocità di pensiero superiore alla media. Nella vittoria infrasettimanale del Milan in terra sarda qualcuno ha ricordato che poteva far meglio sul gol che aveva portato in vantaggio i sardi: vero, ma la qualità del suo gioco è stata complessivamente molto buona e la reazione emotiva alla sua incertezza dopo la rete dei padroni di casa è stata ottima. Vogliamo poi mettere nel conto anche un paio di salvataggi importanti in situazioni a supporto della difesa? Voto 7 (e lode).
Non parliamo poi dell'attaccamento che Adli ha mostrato alla maglia del Milan in questi 14 mesi rossoneri: sempre vicino ai compagni, pronto a incitarli nei momenti belli e brutti, pure quando una maglia non da titolare, ma anche solo da riserva che subentra a partita in corso per lui era un miraggio.
Adli come Pirlo? Il campo darà la sua sentenza e lui dovrà dimostrarsi all'altezza di tale investitura. Però i pressuposti tecnici sono reali.
E aggiungiamo una considerazione emotiva, romantica: se un giocatore merita di esplodere e consacrarsi con la maglia del Milan per dedizione e personalità mostrate, beh non ci sono dubbi: quello sarebbe Yacine Adli.