Omar Camporese: 'Sinner? Un Djokovic 2.0, Berrettini può tornare top-10 Atp. Attenti a Cobolli e al talento Cinà...' - L'intervista

Davis 2024, Italia campione del mondo di tennis - "Sinner in questo momento è ingiocabile. Tra quelli dei miei tempi mi ricorda Agassi. Abbiamo ritrovato un Berrettini molto solido. E Musetti...", L'intervista a Omar Camporese

Di Giordano Brega

Jannik Sinner e Matteo Berrettini (foto Lapresse)

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Omar Camporese: 'Sinner? Un Djokovic 2.0, Berrettini può tornare top-10 Atp. Attenti a Cobolli e al talento Cinà...' - L'intervista ad Affaritaliani.it

"La seconda Davis consecutiva dell'Italia è una cosa fantastica. Oltretutto abbiamo una squadra molto giovane e credo che per un bel po' di anni possa essere padrona di questa manifestazione. Sinner in questo momento è ingiocabile e abbiamo ritrovato un Berrettini molto solido. Ovviamente non è quello di prima, però la strada è quella buona e ogni volta che lui gioca per la nazionale si vede che ci mette proprio il cuore e l'anima", l'analisi ad Affaritaliani.it. di Omar Camporese, voce e volto Rai alle Atp Finals (stravinte da Jannik Sinner) e nella trionfale settimana di Davis colorata d'azzurro.

Ma, ancor più indimenticabile tennista (18° come top ranking mondiale) che negli anni '90 scaldò il cuore dei tifosi italiani col suo dritto anomalo o turbo dritto (cit. Giampiero Galeazzi) e prestazioni emozionanti: dal torneo di Rotterdam che vinse piegando in finale sua maestà Ivan Lendl, alle indimenticabili sfide contro Boris Becker (i 5 set e le oltre 5 ore di gioco nel terzo turno dell'Australian Open 1991 sono un pezzo di storia del tennis), i match di Davis (successi contro gente come Sergi Bruguera, Emilio Sánchez, Carlos Moya...), l'Atp di Milano conquistato piegando Goran Ivanisevic.

Ma torniamo al presente. La Davis 2024 conquistata dall'ItalTennis è... "una vittoria di tutti quanti, perché a Bologna (nel girone di qualificazione contro Brasile e Paesi Bassi, ndr) Jannik non c'era e, se siamo arrivati a Malaga, è anche per gli altri ragazzi come Arnaldi, Cobolli e  tutti altri... C'è un movimento molto grande dietro e soprattutto dobbiamo parlare del lavoro svolto dalla Federazione..."

Parliamone...
"La struttura è molto forte e questo ha creato il movimento. Non dimentichiamo le donne che hanno appena vinto la Billie Jean King Cup. L'Italia in questo momento è sulla vetta del mondo"

Qual è stata la ricetta vincente di Binaghi e della Federazione...
"Tanti fattori. Ovviamente serve anche la fortuna di avere Sinner e dei ragazzi che sono veramente forti come lui e Berrettini. Sono bravi loro. Poi, dietro, la struttura ha svolto un bel lavoro, perché il tennis è in costante evoluzione e loro - intendo gli uomini della Federazione - cercano sul quotidiano di evolversi: c'è un continuo lavoro di squadra, di team. Sottolineiamo anche il ruolo della televisione nella crescita di questo sport. E non va dimenticato che nel periodo del Covid il tennis forse è stato l'unico sport che si poteva giocare in Italia, mentre le altre discipline erano chiuse..."

Sinner sembra vicino alla perfezione, ma se dovessi trovare qualcosa in cui può ancora crescere...
"Io l'ho visto dal vivo per settimane di fila e mi sembra che lì il ragazzo sia già in condizioni ottimali. E migliorato moltissimo col servizio e lì fa tanti punti. Questo gli ha permesso di giocare molto più tranquillo nei suoi colpi da fondo campo. La mano è migliorata, perché adesso ogni tanto, dopo che tira qualche bordata riesce anche a variare con la palla corta. E la fa benino. A rete deve crescere ancora un pochettino, non diventerà mai un giocatore con quelle caratteristiche, però la volée di chiusura la sa giocare, perché lui il punto lo ha già fatto il colpo prima"

Se dovessi paragonare Sinner a un giocatore della tua epoca ti ricorda della mia epoca...
"Potrei dire Andrè Agassi, perché è molto veloce da fondo campo, manovra bene il gioco col dritto e col rovescio. Gran ribattitore come l'americano.  Adesso lo accosto di più a Nole, dicono che sia il nuovo 'Djokovic 2.0'..."

Paolo Bertolucci recentemente spiegava ad Affaritaliani.it che Sinner è l'evoluzione di Djokovic...
"Sì, può essere. Novak è un pochettino meglio dal punto di vista della manualità. Il serbo tira meno forte, però è ancora più geometra rispetto al Sinner attuale. Però io ho avuto la possibilità di vedere Jannik queste due settimane e ogni volta che in campo c'è un qualcosa in più. E' come se acquisisse sempre più fiducia ogni volta che gioca una partita"

Berrettini sta tornando. Che obiettivi si potrebbe porre per il 2025?
"Incrociando le dita, senza che lui abbia infortuni, penso che possa essere l'anno buono. Non so se possa ritornare quello che era prima, ma secondo me può fare tanto. L'ho visto giocare molto bene, fisicamente è in forma. Sta servendo come un treno. Queste partite di Davis poi ti aiutano, perché quando vinci per la nazionale acquisisci una fiducia, una carica, un'autostima incredibile. Quindi credo che queste partite gli siano servite per poi cercare di fare un 2025 alla grande..."

Magari un Berrettini di nuovo in top dieci mondiale...
"Perché no?"

Parliamo di Musetti...
"Prometteva bene, poi è incappato in una giornata storta. Purtroppo in Coppa Davis l'eco è ancora più forte, però a me piace come gioca. Dopo l'intervista in conferenza stampa ha detto che non riusciva a capire visto che il giorno prima in allenamento giocava bene. E questa risposta fa riflettere, perché può essere - ma magari mi sbaglio - che lui in Nazionale si responsabilizzi troppo e non riesca a dare il suo massimo. Quando giochi con la maglia dell'Italia non è torneo, hai su di te gli occhi di tutti gli italiani e talmente tante responsabilità che devi essere veramente forte di carattere, altrimenti fai fatica"

Fuori dalla nazionale nei tornei Atp e Slam dove vedi Musetti più forte?
"Quest'anno è riuscito a giocare bene anche sull'erba, che non sarà quella di una volta - oggi è molto-molto rallentata - però Musetti tra la finale al Queen's e la semifinale a Wimbledon ha fatto cose molto egregie. Io lo vedo sempre giocatore da terra battuta perché ha queste aperture ampie, gioca bene lo slice di rovescio, cambia ritmo. Nel periodo primaverile - che va dal torneo Montecarlo fino al Roland Garros a Parigi - lui può dire tanto"

Se Sinner ricorda Agassi, Musetti invece...
"Non saprei fare un paragone, ma assomiglia molto a quello che eravamo noi negli anni '90. Ha un gioco molto simile al nostro: rovescio a una mano, cosa difficile da vedere oggi. Ai nostri tempi era il rovescio bimane a essere la minoranza..."

Tra i giovani italiani che stanno crescendo dietro a Sinner, Berrettini e Musetti, chi potrebbe fare il salto di qualità il prossimo anno?
"Quest'anno mi ha impressionato Flavio Cobolli. Ha fatto davvero bene. E' un giocatore che tra la terra battuta e il cemento all'aperto può fare tanto. Indoor secondo me non è ancora pronto, però è un tennista  in grado di far bene. Poi faccio un secondo nome..."


Flavio Cobolli (foto Lapresse)

Di chi si tratta?
"Federico Cinà è ancora piccolo, ma a mio parere diventerà un buon giocatore. Lui e Cobolli sono quelli un gradino più in alto tra i nostri ragazzi emergenti"

Si parla molto tra gli addetti ai lavori delle potenzialità di Cinà. Ti aspetti qualcosa di importante da lui?
"Sì. Credo che lui e Joao Fonseca siano le nuove promesse. Il brasiliano (classe 2006, ndr) lo sta già facendo vedere. Cinà deve ancora partire, ha solo 17 anni ma appena inizierà a mettere 'il piedino giusto' potrà diventare forte"

 

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