Dimissioni Mancini, la moglie avvertì Gravina del "malessere". L'sms e l'addio
Le confidenze fatte alla compagna e quel chiaro messaggio al presidente della Figc. Ecco cosa c'è dietro al clamoroso addio alla Nazionale del ct
Dimissioni Mancini, quei "nì" allo staff scelto da altri e la notte che non ha portato consiglio
Roberto Mancini non è più il ct della Nazionale. La notizia ha sorpreso tutti ma non è stata un fulmine a ciel sereno come si vuole far credere. Il tecnico degli azzurri, infatti, da qualche tempo aveva un "malessere" emotivo, dettato da qualcosa. A comunicare lo stato d'animo dell'allenatore dell'Italia al presidente della Figc Gravina - si legge sul Corriere della Sera - era stata la moglie del ct. I primi sospetti che stesse accadendo qualcosa di grosso, di irrimediabile, nascevano dalle riflessioni preoccupate di Silvia Fortini, compagna ma anche avvocato che si occupa della carriera del marito. Sensibile, capisce che il suo uomo vive un "malessere". Roberto ha dei dubbi, si confida, non sono vacanze serene quelle di casa Mancini. Il "malessere del c.t." esiste, diventa profondo e occupa i suoi giorni. Venerdì sera, il presidente chiama Mancini, parlano a lungo, è una telefonata serena, Gravina si rende conto che "il malessere del c.t." c’è, è reale, difatti lo rincuora, gli sta vicino come sempre.
Mancini ringrazia il presidente, per la telefonata, per le parole dette, ma la chiacchierata si conclude con un "grazie presidente, ci dormo sopra e la notte mi porterà consiglio…". Una frase - prosegue Il Corriere - che significa tutto e niente. Ma mette in ansia Gravina. Che non pensa però alle dimissioni. Fino a quando non arriva la Pec di Mancini: mi dimetto. Ora bisognerà capire dove andrà a finire quel "malessere da c.t.". Presto lo sapremo, basta aspettare. Ma la prima a capirlo, anche stavolta sarà la moglie avvocato Silvia. Spiegare la svolta manciniana, questo passo indietro, non è facile, ancora meno comprenderlo.
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I suoi "sì" alle nuove nomine, si viene a sapere dopo, erano quasi dei "nì", mai espressi, insomma c’era poca convinzione. Adesso è importante intuire a chi, a quale società, a quale squadra, sarà rivolto il prossimo sì di Mancini. Perché la sua carriera da vincente proseguirà, non si sa, per ora, dove. Dietro l’angolo c’è l’Arabia Saudita, il nuovo Eldorado del calcio mondiale, si guadagna tanto, fin troppo, ma Mancini è uno competitivo, gli piace vincere e il bel calcio. Per la sua successione adesso il favorito è Luciano Spalletti, l'alternativa è il ritorno in panchina di Antonio Conte.