Ginnastica ritmica, atlete anoressiche. Jury Chechi: "Ora si faccia pulizia"
Aperta un'inchiesta sulle presunte violenze psicologiche subite dalle ex farfalle azzurre. Aumentano le testimonianze: "Se non sei magra non fai carriera"
Ginnastica ritmica, atlete portate fino alla anoressia. I racconti choc
Il mondo della ginnastica ritmica è sconvolto per la vicenda emersa delle presunte violenze psicologiche ai danni delle ex farfalle azzurre. Ora il caso è finito nel mirino della procura, che ha deciso di aprire un'inchiesta. Due giovani atlete hanno affidato la loro testimonianza ai pm di Brescia. Una storia, la loro, - si legge su Repubblica - che ricalca quella raccontata da Nina Corradini e Anna Basta, ex ginnaste che hanno messo in fila umiliazioni, pressioni e insulti subiti durante gli anni da azzurre all’Accademia di Desio. Sui social le testimonianze non mancano. Raccontano di un fenomeno diffuso ad ampio raggio, non solo in Nazionale, ma anche a livelli più bassi. Ecco la storia di Elena Coden: "Ho iniziato ginnastica a 3 anni e ho continuato con la ritmica fino ai 18. Queste cose accadono anche su ginnaste che non arrivano in azzurro: a me dicevano che non sarei arrivata a fare gare di alto livello non perché non avessi il talento, ma perché non ero abbastanza magra. Insomma, il mio valore come persona e le mie abilità erano legate a quanto pesassi. Non è sport".
Jury Chechi, l'ex campione olimpico di anelli, ha letto le denunce di Nina Corradini e Anna Basta. "Provo enorme dispiacere, - spiega a Repubblica - ci tengo a esprime la mia vicinanza a queste ragazze. Hanno avuto anche tanto coraggio, non è scontato". Chechi è rimasto sorpreso da un aspetto: "Premetto che sono fuori dal giro e non so bene tutte le dinamiche, ma sono un uomo libero e dico ciò che penso: sembra che caschino tutti dal pero, che la Federazione sia rimasta spiazzata quando sono fatti accaduti più di un anno fa. Ho visto il comunicato, ora spero che davvero si vada fino in fondo: farebbe bene a tutto lo sport".