Juventus: il difficile Centenario degli Agnelli e i vent'anni senza l'Avvocato

Nel 2023 i bianconeri devono affrontare varie vicende giudiziarie, tutte molto cariche di rischi. Quale sarà il futuro della Vecchia Signora?

Di Lorenzo Zacchetti
John Elkann, Gianni Agnelli e Andrea Agnelli
Sport

Da Gianni ad Andrea Agnelli, quanta nostalgia! E intanto Jaki Elkann...

Arabeschi del destino. Il 2023 segna il ventennale della scomparsa del mitico Gianni Agnelli e i 100 anni di gestione della Juventus da parte della famiglia. Il tutto mentre si apre una vicenda legale che rischia di avere effetti letali per la società più amata (e odiata) in Italia. Il 24 gennaio 2003 la morte dell’Avvocato per un carcinoma alla prostata fu accolta con una sorta di lutto di Stato, con la sfilata di migliaia di persone alla camera ardente al Lingotto e il funerale trasmesso in diretta su Rai 1. Non è mai stata eccessiva l’abitudine giornalistica di riferirsi agli Agnelli come alla “vera Royal Family italiana” (con buona pace dei Savoia) e il suo capostipite indossava l’orologio sul polsino con la stessa disinvoltura con la quale oggi Re Carlo III indossa la corona d’Inghilterra. 

 

 

 

Gianni Agnelli era alla guida della Juventus dal 1947, avendola ereditata dal padre Edoardo, il quale il 24 luglio 1923 aveva assunto la presidenza della squadra fondata nel 1897 da un gruppo di studenti del Liceo classico Massimo D’Azeglio. Il sodalizio tra i bianconeri e la famiglia è, ancora oggi, il più longevo nella storia del calcio italiano ed ha premesso alla Juventus di entrare nel professionismo prima di tutte le avversarie. L’Avvocato dal 1945 era anche Sindaco di Villar Perosa, carica mantenuta fino al 1980, e nel 1991 è stato nominato dal Presidente Cossiga senatore a vita. 

Michel Platini
 

Prima Presidente operativo e poi onorario, di fatto guidò la società bianconera al 1994, quando cedette il timone al fratello Umberto. Il bilancio della sua gestione è davvero principesco: 15 scudetti, sei Coppe Italia e soprattutto la conquista di tutte e cinque le coppe internazionali dell’epoca (Coppa Uefa, Coppa delle Coppe, Supercoppa europea, Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale), primo club al mondo a centrare un obiettivo così prestigioso.

Risultati scintillanti, frutto non solamente della forza economica, ma anche dell’autentica passione per il calcio, che ha portato l’Avvocato a circondarsi dei più sublimi interpreti del pallone di ogni epoca: da Sivori a Platini (“preso per un tozzo di pane, però poi ci abbiamo spalmato sopra il caviale”), da “Raffaello” Baggio fino a “Pinturicchio” Del Piero. Sono pochi i rimpianti sul fronte del calciomercato, ma decisamente significativi. Con l’Avvocato, la Juventus è stata vicinissima sia all’ingaggio di Pelé che a quello di Maradona, ma in entrambi i casi gli affari saltarono per questioni di diplomazia internazionale sottese a salvaguardare i rapporti commerciali della Fiat in Sud America. Il terzo gran rifiuto è stato quello di Gigi Riva, troppo innamorato della sua terra adottiva sarda per tradire il Cagliari.

Del Piero e Nedved

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo la dipartita dell’Avvocato, è successo davvero di tutto. Nel bene e nel male, in un’alternanza di bianco e nero che conferisce un altro senso all’iconica maglia zebrata. Inizialmente, la gestione umbertina ha davvero esaltato i tifosi, riportando lo scudetto a Torino dopo nove anni di digiuno e conquistando la Champions League a Roma 1996: il trofeo sollevato al cielo da Luca Vialli è per molti juventini l’unico vero alloro europeo, viste le sciagure legate all’Heysel. Poi, però, nel 2006 la gestione affidata alla triade Giraudo-Moggi-Bettega è andata a sbattere contro la vicenda di Calciopoli, sulla quale ancora oggi sussistono diverse perplessità. Sta di fatto che i bianconeri hanno subito la revoca di due scudetti (sui sette vinti nel periodo), hanno conosciuto l’onta della prima retrocessione della loro storia e hanno dovuto trascorrere un anno di purgatorio in cadetteria prima di tornare in serie A. 

 


1996: l'ultima Champions vinta dalla Juventus, con Vialli capitano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E il ritorno ai massimi livelli ha richiesto ulteriori quattro anni di fatica. Nel 2010 Andrea Agnelli è stato eletto alla presidenza. Dopo 48 anni di attesa, è stato il quarto Agnelli Presidente, erede del nonno Edoardo, dello zio Gianni e del padre Umberto, ha dato vita a un ciclo di autentica rinascita del club nel suo complesso, sia con la realizzazione dello Juventus Stadium, sia con un folgorante rilancio sportivo che ha permesso di stabilire il primato storico di nove scudetti consecutivi, oltre a 5 Coppe Italia, 5 Supercoppe italiane e due finali perse di Champions League (per un totale di sette, record negativo che pesa molto sui bianconeri).

Proprio per sciogliere l’incantesimo europeo, la gestione di Andrea ha tentato due volte l’all-in sul calciomercato, con gli acquisti di Gonzalo Higuain nel 2016 (dal Napoli per 90 milioni di euro) e soprattutto di Cristiano Ronaldo nel 2018 (dal Real Madrid per 117 milioni di euro). La vicenda legata a CR7 ha comportato la rottura con Beppe Marotta, passato ai rivali dell’Inter, scelta sotto la quale covavano le ceneri di una gestione economica finita nel mirino della magistratura, sia sportiva che ordinaria.


Cristiano Ronaldo e Dybala

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 20 gennaio ripartirà il processo sportivo sulle plusvalenze, inizialmente archiviato e poi riaperto grazie ai nuovi elementi scoperti dalla Procura di Torino. Cosa rischia la Juventus? Le contestazioni relative alle presunte plusvalenze “fasulle” e alle scritture private con Cristiano Ronaldo e altri giocatori della rosa in merito alla spalmatura degli stipendi potrebbero configurare una violazione degli articoli 93 e 94 delle norme organizzative interne della Figc. Pertanto, la sanzione può oscillare da una multa fino alla penalizzazione in classifica. Se poi risultasse che degli “aggiustamenti” scorretti del bilancio hanno permesso alla Juventus di rientrare nei parametri per iscriversi al campionato, un’altra retrocessione sarebbe inevitabile, con annesso disastro economico e reputazionale. Tuttavia, Andrea Agnelli e la società insistono sulla regolarità del loro operato, che cercheranno di dimostrare in tribunale. Un esito negativo potrebbe avere ripercussioni anche sui singoli, giocatori e agenti, che hanno sottoscritto gli accordi nel mirino degli inquirenti. Si dice che un verdetto potrebbe arrivare già intorno a Pasqua, che quest’anno cade il 9 aprile.

E non finisce qui, sulla Vecchia Signora indaga anche la Uefa, con lo spettro di ulteriori minacce che vanno dalle sanzioni economiche alla limitazione dei giocatori iscrivibili nella lista A della Champions League, fino all’esclusione dalla competizione. I rapporti tra Andrea Agnelli e Aleksander Čeferin, una volta molto amichevoli, sono diventati tesissimi dopo la vicenda della Superlega, sulla quale a marzo si pronuncerà la Corte di Giustizia Europea. Anche da questo fronte potrebbero arrivare conseguenze molto pesanti per Madama. Sui tempi, si prevede una decisione entro fine stagione, così che la prossima parta regolarmente.

Se queste due inchieste fanno paura, quella della magistratura ordinaria semina il panico. In questo caso i tempi non sono prevedibili, ma la gravità della situazione è molto evidente, come si capisce dalla richiesta di misure cautelari a suo tempo presentata dal pm nei confronti di Andrea Agnelli (e respinta). Per scongiurare ogni rischio (e tutelare un’immagine messa in discussione anche dalla vicenda-Suarez, anche se i bianconeri non sono accusati di nulla), lo scorso novembre ci sono state le clamorose dimissioni di tutto il CdA, che ha messo fine all’era-Agnelli.


Andrea Agnelli e il cugino John "Jaki" Elkann

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le accuse della Procura di Torino sono decisamente pesanti: false comunicazioni sociali, ostacolo alla vigilanza Consob, aggiotaggio e false fatturazioni. Sono imputati Andrea Agnelli, l’ex vicepresidente Pavel Nedved, l'ex ad Maurizio Arrivabene, l'ex ds Fabio Paratici e diversi altri dirigenti, ma anche la Juventus come persona giuridica, oltretutto quotata in Borsa. La tempistica sarà necessariamente più lunga, visti i tempi della giustizia ordinaria e la complessità della vicenda. Difficile pronosticarne l’esito - anche su questo in casa bianconera si professa la propria innocenza - ma i rischi potenziali fanno tremare i polsi.

Di fatto, l’arrivo di una nuova governance ha già spostato il timone della Juventus nelle mani di John Elkann, cugino di Andrea ed erede designato dall’Avvocato stesso. Coi fratelli Lapo e Ginevra, “Jaki” sta portando avanti un’aspra battaglia legale (l'ennesima) contro la madre Margherita, figlia di Gianni. Lei sostiene di essere stata indebitamente esclusa dall’asse ereditario, attraverso accordi che hanno messo le chiavi di Exor (la cassaforte di famiglia) nelle mani di John. E, mediante Exor, la dinastia continua a controllare anche la Juventus, come negli ultimi 100 anni.

Questa lunga storia è giunta al termine o potrà continuare, sebbene con un cognome diverso? Solo l’esito di queste partite legali, in questo cruciale anno appena cominciato, potrà chiarire i dubbi. Sanzioni troppo pesanti o dannose per la brand image del club potrebbero indurre Elkann al disimpegno e quindi a mettere il club bianconero sul mercato. D’altronde, dopo la morte di Gianni Agnelli è cambiato veramente tutto. O quasi. Fiat ha spostato il quartier generale da Torino ad Amsterdam, entrando a far parte della nuova galassia Stellantis. Si prospettano soluzioni drastiche anche per la Juventus? Lo vedremo, ma non è certo questo il Centenario familiare che l’Avvocato avrebbe sognato per la squadra del suo cuore.
 

Gianni e Marella Agnelli con i figli Edoardo e Margherita e i nipotini Lapo, John e Ginevra
 
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