Pogba, controanalisi: conferma positività al testosterone. Ecco le conseguenze
Arriva l'esito definitivo per il calciatore della Juve e ribadisce la presenza della sostanza sintetica. Grande attesa per l'audizione col procuratore Laviani
Juventus, confermata la positività al testosterone sintetico per il calciatore Pogba
Per i detrattori del centrocampista della Juve era già previsto l'esito "infausto". Ebbene, anche le seconde analisi condotte sul campione di urine prelevate lo scorso 20 agosto ha confermato l'analisi precedente: Paul Pogba era positivo al testosterone sintetico, nel suo sangue infatti sono stati rilevate tracce consistenti della sostanza e dei suoi metaboliti.
La procedura, effettuata nello stesso laboratorio della prima analisi, quello della Fmsi a Roma, è durata 24 ore e ha evidenziato prima le anomalie nel controllo quantitativo e poi identificato con precisione inequivocabile la presenza dello steroide anabolizzante grazie alla gascromatografia. Come riporta Il Corsera, il "verdetto" è stato subito inviato alla Procura Antidoping, nel vicino Stadio Olimpico, e ora si attende a breve la convocazione dell’atleta da parte del procuratore Laviani.
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Proprio l’audizione di Pogba sarà il momento chiave della vicenda: lo juventino dovrà decidere la linea difensiva e, dato per scontato che scelga la via dell’integratore contaminato, dovrà dimostrare in modo accurato di aver preso tutte le precauzioni possibili nell’acquisto per ottenere un eventuale (e poco probabile) sconto di pena rispetto ai quattro anni di sanzione standard. Un acquisto all’estero, di un prodotto «sospetto» e senza autorizzazione della squadra per un atleta di altissimo livello (come pare sia avvenuto) non costituisce attenuante.
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Altra ipotesi che circola sulla strategia difensiva che il calciatore francese sceglierà di adottare sarebbe quella di richiedere il procedimento di fronte al Tas di Losanna, bypassando l’antidoping italiano, - competente nel caso di match del nostro campionato - per farlo servono però motivazioni di cui Pogba non sembra disporre e il Tas servirà (in caso di non patteggiamento) solo per un eventuale appello.
I precedenti per sostanze analoghe (la condanna mite dell’altro juventino Davids, ad esempio all’inizio degli anni Duemila) sono troppo lontani nel tempo per costituire giurisprudenza: per cui si esclude categoricamente che venga applicato un provvedimento "blando" il sistema antidoping attuale. Per intenderci, se Pogba ottenesse una sanzione di due anni, sarebbe molto fortunato.