Santon: "Mio zio ha un allevamento di vongole. Non è la fonte di Corona"
Santon: "L'informatore di Corona non è mio zio"
Santon: "Mio zio ha un allevamento di vongole. Non è la fonte di Corona"
Davide Santon nega che sia suo zio la fonte di Fabrizio Corona nel caso scommesse. "Mio zio non è l’informatore di Corona. Ha un allevamento di vongole. Non so nulla di queste scommesse. È una cosa che mi fa schifo. Lui non ha fatto il mio nome, ma i tifosi hanno pensato fossi io - lo sfogo dell'ex terzino di Inter e Roma a Repubblica -. Se Corona dice che il suo informatore è lo zio di un ex calciatore dell’Inter di Mourinho che si è trasferito alla Roma, è chiaro che i tifosi pensano a me. Ma io non c’entro niente".
"Non so nulla di chat e di scommesse. Ho letto che lui parla di un calciatore che si sarebbe aperto una bisca di scommesse illegali. Ma io gioco a padel, a breve aprirò un centro dalle mie parti, tra Comacchio e Ravenna", le parole di Davide Santon. Che aggiunge: "I miei zii abitano a Ferrara e di certo non si occupano di scommesse. Uno di loro ha un allevamento di vongole, ma con lui non parlo da anni. Figuriamoci se i miei zii conoscono Corona".
Su Corona l'ex terzino dell'Inter aggiunge: "Non ci ho mai parlato in vita mia. Cioè lo conosco perché è un personaggio pubblico, ma non è che abbiamo avuto una singola conversazione o una chiamata. Mai. E poi quando io ero all’Inter in Convitto lui era in carcere a San Vittore. Forse l’ho visto una volta allo stadio". Sulle scommesse spiega che "che i calciatori non possono farle, soprattutto quando sono professionisti. Ogni anno a inizio stagione la Figc organizzava incontri con i calciatori, anche con i ragazzi della primavera, e spiegava molto chiaramente la questione. I più giovani, soprattutto quelli che non hanno ancora un contratto professionistico, sono a rischio, perché magari hanno il papà o un amico che scommette e non si rendono conto che invece è una cosa da non fare. Non ho mai scommesso in vita mia, può essere capitata la serata al casinò, ma quella è un’altra cosa. Se uno è professionista non deve scommettere sullo sport che pratica".