Scommesse, la talpa di Corona e la chiavetta: "Se muoio datela alla procura"
Esce allo scoperto la fonte di Corona, Petra: "Ho le registrazioni, parlano chiaramente di somme perse e vinte e fanno i nomi di altri calciatori"
Scommesse, Petra: "Si parla anche di prostitute non pagate. Un protettore ha sequestrato la macchina di un ex attaccante della Roma"
Continuano ad emergere dettagli sul caso delle scommesse illegali che ha travolto la Serie A di calcio e non solo. Dopo il patteggiamento di Fagioli e le ammissioni di Tonali: "Puntavo sul Milan", l'attenzione si concentra sul terzo indagato, Zaniolo. A parlare adesso é la talpa di Fabrizio Corona. E stavolta con nome e cognome. Intervistato da La Verità Maurizio Petra, ovvero il "famoso" zio dell’ex dell’Inter Antonio Esposito, ha spiegato tutto. Petra è un pregiudicato campano. Sarebbe da tempo "attenzionato" dalla polizia. E così, mentre nei confronti dell’ex fotografo dei vip arrivano le minacce di querela da parte di Nicolò Casale e Nicola Zalewski, Petra dice che c’è una chiavetta Usb in cui sono custoditi dialoghi tra calciatori che parlano di scommesse. Tra questi c’è Nicolò Zaniolo. È in mano a un avvocato di La Spezia e finirà agli inquirenti in caso di decesso dello stesso Petra. Che di recente ha subito un'operazione, mentre un suo incontro con Corona è finito sui giornali. In allegato c’è anche un testamento.
Leggi anche: Tonali squalifica, quanto rischia. Accordo Milan-Newcastle a rischio solo se...
Leggi anche: Scommesse, s'indaga sui cartellini gialli. Tonali: "Giocavo Milan e Brescia"
La memoria elettronica - prosegue La Verità - dimostrerebbe che il nipote Esposito fungeva da "banco" per le scommesse dei giocatori. Petra ha scritto al nipote in chat: "Sei tu che mi hai fatto ascoltare l’audio delle squallide discussioni familiari in cui si parla di soldi, di tradimenti, Rolex e firme sui conti correnti" Nel dossier si parla anche di prostitute non pagate e di protettori che avrebbero per ripicca sequestrato l’auto di un ex attaccante della Roma. "In un audio si sente chiaramente la voce di Antonio e di Zaniolo che conversano, secondo mio nipote, con altri calciatori di Serie A".
"Uno - racconta Petra a La Verità - ha un accento che sembra portoghese… parlano chiaramente di scommesse fatte, di somme vinte e perse (57.000 euro, 30.000, 6.000), di importi consistenti. Su specifica domanda di Antonio i presenti rispondono menzionando i nomi di Lamela, Gyasi, Barella, lo stesso Niccolò. Si sente Antonio dire: "State attenti, se vi beccano vi inc…" o qualcosa del genere. Mio nipote chiede anche: “Ma dove vi mettete a giocare?”. E, non ricordo chi, risponde: "Nelle stanze", senza specificare a quali stanze si riferisse". Lamela ha lasciato la Roma nel 2013. Dopo il Tottenham, negli ultimi due anni ha giocato nel Siviglia. Secondo Petra il riferimento è a Dubai. Emmanuel Gyasi gioca attualmente nell’Empoli dopo aver militato nello Spezia dal 2018 al 2023.
Petra ha poi ritrattato sul nome di Barella. "L'audio esiste e sarà lunedì in Procura a Torino" ha riferito al giornale. "Poi, dopo essersi probabilmente consultato con il proprio avvocato" continua La Verità, "ci ha richiamato e ci ha detto: sul nome di Barella mi sono sbagliato. Antonio e Zaniolo parlano di altri giocatori". Dunque, all'improvviso ha assicurato che il nome di Barella non sarebbe presente nell'audio dentro la chiavetta. "Voi non c'entrate nulla" sono le dichiarazioni di Petra riportate ancora dal quotidiano. "Avete riportato quello che ho detto e scritto. Per questo errore mi voglio scusare con Barella. Ho sbagliato a nominarlo, ma mi sono confuso perché in questi giorni è stato molto citato".
"Non si capisce a che gioco giochi Petra, le cui dichiarazioni in questi giorni hanno suscitato tanto scalpore e messo in moto frotte di giornalisti" conclude La Verità. E questo sarà un altro elemento da mettere al vaglio degli inquirenti che dovranno verificare anche la veridicità della talpa da cui è scattato tutto, oggi sempre considerato un testimone chiave ma un po' meno attendibile e affidabile.