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Wikipedia, 15 anni di enciclopedia online

Wikipedia compie 15 anni. In tre lustri l'enciclopedia online creata da Jimmy Wales e Larry Sanger ha rivoluzionato il sapere e battuto tutti i record: "con oltre 35mila voci in 280 lingue - si legge sulla pagina internet - e' l'enciclopedia piu' grande mai scritta e si piazza tra i dieci siti web piu' visitati al mondo". Un nome una garanzia: il termine 'wiki' deriva dall'hawaiano e vuol dire 'veloce'.

E della velocita' Wales e Sanger hanno fatto il punto di forza del progetto: l'enciclopedia online e' veloce nella sua fruizione e nell'aggiornamento. Wikipedia ha "democratizzato il sapere" ha detto all'Agi Massimo Bray, presidente dell'Enciclopedia Treccani. "E' ispirata il principio del continuo miglioramento delle sue voci attraverso un processo di editing aperto agli utenti". La stessa rete - continua - "ha offerto spazi per la diffusione della conoscenza fino a pochi decenni fa impensabili: merito, questo, indiscutibile e di inestimabile valore".


Ma c'e' un rovescio della medaglia: "frequenti sono gli episodi di 'vandalismo' sulle voci, alterate o parzialmente cancellate; e, se da una parte i continui processi di revisione tendono a far prevalere le dinamiche migliorative, dall'altra sono stati piu' volte avanzati dubbi sull'attendibilita' dei contenuti pubblicati" spiega Bray. E cambia anche il modo di concepire il sapere: "la disponibilita' sul web di un'incalcolabile quantita' di informazioni genera infatti l'illusione dell''ubiquita' della conoscenza', sempre a portata di smartphone o di tablet, dimenticando che accanto alla libera fruizione dei contenuti si colloca spesso un'altrettanto libera produzione degli stessi". Per Bray e' un problema di qualita', che "puo' davvero considerarsi tale solo quando le nozioni e i fenomeni sono ricomposti e analizzati nella loro complessita' sistemica e il sapere puo' contare su una certificazione sicura perche' autorevole: un compito, questo, che nell'era della 'democratizzazione dell'informazione' - nella quale diffuse sono le tentazioni di 'autofabbricarsi' la conoscenza attingendo acriticamente alle risorse della Rete - le grandi istituzioni culturali sono chiamate ad assolvere".