Lo sguardo libero
Caro Francesco, le élite esistono e Dio è dalla loro parte
Maria parrebbe superlativamente la normalità anche per la teoria degli opposti
Il nuovo libro-intervista di Papa Francesco dedicato alla figura di Maria afferma un concetto da brividi: “L’ élite non sa cosa significa vivere nel popolo”. Il che sembra corretto in parte, inevitabile in altra, ovvio se si postula che la vera e unica élite è quella culturale/intellettuale.
Francesco continua: “Maria me la immagino come una ragazza normale, una ragazza di oggi, aperta a sposarsi, a fare una famiglia (…) Maria è la normalità…”.
Al di là di prestare il fianco a critiche scontate non solo da parte dei tradizionalisti (ad un certo punto Francesco letteralmente dice: … “faceva la spesa”… al che nascerebbero spontanee, con tutto il rispetto per l’ Autorità del Santo Padre, le ironie, per esempio, sulla raccolta dei punti fidaty…), parrebbe condivisibile quanto sottinteso: la fede è di tutti… anzi le persone semplici sono le più fortunate… “Se non sarete come bambini”…
Approvabile anche il metodo per gli interessi della Chiesa Cattolica. Se questa vuole mantenere il suo primato, se il Papa è stato scelto argentino e di lingua spagnola anche per contrastare la perdita di fedeli (data scientificamente per inevitabile nel ricco Occidente) in Sud America, vista la deriva a vantaggio delle chiese cristiano-evangeliche, sembra utile affermare che Maria è la normalità. Per di più anche per un vero pensiero iper elitario, intellettuale, lontano anni luce da quello popolare, è così: Maria è la normalità, se non altro per la teoria degli opposti.
Al di là delle analogie con i movimenti politici populisti (il Beppe Grillo che parla di democrazia per sorteggio), analogia cui il Santo Padre si tiene ben lontano, colpisce un’altra tesi del libro: “Nasce un peccato che piace tanto a Satana: il nostro nemico: il peccato dell’élite”.
Tuttavia ci sono stati Papi intellettuali e borghesi come Paolo VI, che non per questo non sono stati seguiti dal popolo cattolico che naturalmente riconosce la superiorità del pastore rispetto al gregge, e altri naturalmente poeti (si intende vero poeta, non salsicciaio-poeta o personaggio che si fa scrivere il libro, cosa immorale, al pari del rubare) come Giovanni XXIII. Soprattutto le élite intellettuali inevitabilmente esistono perché hanno a che fare con l’intelletto di cui è tecnicamente privo nel senso strettamente culturale del termine il popolo se ignorante. Altra cosa è non sentirsi umanamente superiori e non fare pesare ciò, e d’altronde pure il rango esiste ed è essenziale alla funzione. Del resto quando Francesco presiede a un evento non ha forse il posto d’onore (dettato dal rango) o si siede casualmente sulla prima poltrona che trova? Del resto Dio non è superiore all’uomo?