Politica
Il No allo stadio di Monza intitolato a Berlusconi è una sconfitta proprio e solo di chi ha deciso
La discussa decisione della maggioranza in consiglio comunale è in realtà un boomerang politico
Lo stadio di Monza non sarà intitolato a Berlusconi
La decisione della maggioranza di sinistra che ha in mano il Comune di Monza di bloccare la richiesta di intitolare a Silvio Berlusconi lo stadio di calcio sta facendo discutere ma racconta ancora una volta la pochezza della politica, di quella politica per cui l'avversario ha sempre torto e va combattuto a prescindere, anche da morto.
I fatti sono noti a tutti e da soli renderebbero inutile qualsiasi discussione sul tema.
Silvio Berlusconi diventa proprietario del Monza Calcio nel settembre del 2018 quando la squadra milita in Serie D. Non solo. La sede degli allenamenti si trovava (e si trova) nella zona est della città; chi vi scrive in questa zona ci vive da sempre. C'era un campo spelacchiato, in un'area abbandonata a se stessa, in una parola: abbandono. E lo stadio, il "Brianteo" era una mezza cattedrale nel deserto, simbolo dei bei tempi passati, anzi, trapassati.
Dall'autunno del 2018 tutto è cambiato. La squadra dalla D è arrivata in Serie A; la sede degli allenamenti oggi si chaia "Monzello", è intitolata al papà di Silvio Berlusconi. Al posto del campo spelacchiato e di terre abbandonate c'è un centro con diversi spazi di gioco ed allenamento, una sala stampa, un parcheggio degno di tale nome, strutture interne per la prima squadra e le giovanili, palestre, zone per le riunioni tecniche, stanze per dormire nei giorni di ritiro. Un gioiello. Ed anche lo stadio si è rifatto il look e non ha nulla da invidiare a quello di molte altre squadre della massima serie, anzi...
Tutto pensato, voluto e soprattutto pagato dalla famiglia Berlusconi. Inutile scrivere qui la cifra complessiva dato che chi quei soldi li ha messi a quel totale non ha mai pensato, ma sono stati tanti, molto più da quelli ipotizzati in principio. Si chiama realizzazione di un sogno, si chiama "generosità", si chiama voglia di regalare (nella fase finale della vita di un uomo) qualcosa alla sua città che durasse nel tempo. Un lascito.
La maggioranza in Consiglio Comunale ha respinto la mozione delle opposizioni con motivazioni che si commentano da sole. Dietro il No di una consigliera il fatto che Berlusconi abbia poco rispetto delle donne e detto frasi da questo punto di vista inaccettabili (la ricorderete tutti, quella pronunciata proprio davanti ai suoi giocatori quando promise un pullman di prostitute in caso di vittoria). Altri due consiglieri, giovanissimi, hanno ricordato la condanna per evasione fiscale ed i presunti legami con la criminalità organizzata.
La cosa triste, oltre che sbagliata, è che la sinistra dovrebbe ricordare una cosa e non quello che Berlusconi ha fatto per Monza, intesa come città oltre che come squadra. Il sindaco Pilotto, ed i suoi consiglieri, sono stati eletti al ballottaggio con il 51%, con un'affluenza del 36.8%. Al primo turno (votanti il 46%) il centrosinistra ottenne il 40%. Insomma, chi in maniera democratica oggi gestisce il comune della Villa Reale e della Corona Ferrea dovrebbe avere ben chiaro che rappresenta una fetta ristretta degli abitanti della città e che proprio per questo dovrebbe avere ancor più di altri il dovere di governare "per tutti".
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Oggi siamo sicuri che chi ha fermato la mozione festeggi, orgogliosamente, magari ridendosela. Ma alla lunga, e nemmeno troppo alla lunga, la pochezza di questa visione politica si ritorcerà contro. Se uno schieramento ha come unica forza la lotta ad un uomo che non c'è più, da anni, significa essere ben oltre la disperazione.