Lo sguardo libero

Onore a Rino Gattuso, dimostrazione migliore di democrazia e capitalismo

Ernesto Vergani

La vera nobiltà è fine a se stessa e non prevede tornaconti personali

Rino Gattuso  lascia la panchina del Milan  e rinuncia  a 11 milioni di euro lordi. Ha posto una condizione: la società deve subito pagare le 24 mensilità che i suoi collaboratori avrebbero ricevuto nei prossimi due anni. Ben 5 milioni lordi, destinati ai tecnici ma anche ai match analyst, i ragazzi che analizzano i video delle partite e hanno stipendi normalissimi.

Gesto nobilissimo e che farà per sempre onore a Gattuso. Onore, che, lo si dica chiaramente, è una parola bellissima, che non è né di destra né di sinistra, ma indica semplicemente il valore di una persona. La differenza, per intenderci, tra l’oro e il ferro.

In un mondo in cui predominano  mediocrità e invidia (i due lati della stessa medaglia, che conta meno del ferro o di altro che non si può dire per volgarità) quello di Gattuso è un segno  nobilissimo perché la vera nobiltà è fine a se stessa e non prevede tornaconti personali, come i privilegi e gli stipendi pagati dai sudditi, quale  è il caso delle monarchie europee.

Tale azione risente della nostra tradizione cristiana. Gesù era povero. Una fatto geniale: un povero nel cui nome sono stati raggiunti i massimi poteri temporali e religiosi. Solo una persona stupidamente polemica può pensare che Gattuso non abbia rispettato il detto evangelico (“Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra”). Siano resi noti atteggiamenti simili in un’ epoca di mediocrità generale, Pomeriggi Domeniche e Grandi Fratelli, dove, dietro alle boccacce e al sentimentalismo, uniche “non” competenze richieste, si nasconde l’inno al denaro…  ma alla fine forse sono solo forme di elemosina.

Sia chiaro, la ricchezza (se ottenuta nel rispetto della legge) è un merito. Attenzione però al senso delle proporzioni e al tatto. Come noto, se la  finanza e l’attitudine finanziaria non sono nel DNA dell’Italia e degli italiani, lo si deve anche a questa idea pauperistica dell'esistenza, accolta troppo letteralmente, radicalmente, appunto senza criterio e misura. Per un vero liberale, il liberismo è un elemento fondamentale della democrazia e il capitalismo è giusto. Certo, per completezza va detto che ci sono anche le disuguaglianze, basti vedere gli effetti della globalizzazione, ma questo è un altro discorso che qui non si affronta per non uscire dal tema. Il simbolo del capitalismo è Bill Gates. Questi, dopo essere diventato l’uomo più ricco del mondo, ha dato vita con la moglie alla Fondazione Bill & Melinda Gates, la più grande del pianeta, che, con un patrimonio di 50,7 miliardi di dollari, sta facendo quanto nessuno altro prima in fatto di lotta all’Aids, alla malaria e sostegno all’educazione nei Paesi più poveri, in particolare in Africa.

Onore al gesto di Gattuso, indirizzato ai tanti più o meno mediocri, più o meno invidiosi, più o meno ricchi, a tutti coloro che per avere la BMW di seconda mano (pietosamente, prevedibilmente e rigorosamente nera) evadono le tasse, rinunciano a visitare il Partenone  e non leggono un libro.