Lo sguardo libero
Sanremo, Festival della deriva sentimentale e non artistica
Non possiamo chiamare arte alcuna cosa che sia irrazionale
Da uomini tatuati o con orecchini senza significato, vestiti da donna o con unghie colorate, a donne abbigliate da uomo, non poteva che nascere una sagra del sentimentalismo, che è uno dei mali peggiori della società attuale. Sentimentalismo che è l’opposto dell’arte.
Come disse Socrate, non possiamo chiamare arte alcuna cosa che sia irrazionale. A Sanremo invece abbiamo assistito al sentimentalismo puro. Personaggi mascherati, piangenti, che si mostrano ipersensibili, sofferenti, che fanno sfoggio della loro bisessualità. Alcuni magari di fronte alla macchina fotografica fanno boccacce. Tendenzialmente con corso di studi e cultura ridotti, taluni probabilmente pensano che l’arte sia una lampadina che si accende. L’arte invece è sapere, sacrificio, studio; possedere al punto una disciplina da diventare parte di essa. Di qui il genio che dà vita a realizzazioni bellissime, ma che non improvvisa. La creatività la si lasci ai pubblicitari dilettanti.
È la stessa superficialità degli uomini vestiti da donna. Senza una ragione. Gli si chieda perché lo fanno. Ovviamente l’omosessualità non c’entra nulla, essendo un’attitudine naturale e umana, che deve lasciare indifferenti. Un più volte ministro democristiano della cosiddetta prima Repubblica era omosessuale, ma pochi italiani lo sapevano, proprio perché l’omosessualità è una caratteristica del tutto indifferente.
I costruttori di cattedrali e i pittori del Medioevo – veri artisti - erano anonimi. Omero, Dante, Michelangelo, Shakespeare, Bach e Mozart erano vestiti da donna? Per completezza, che dire poi dei tatuaggi? In origine per i popoli dediti a tali incisioni, erano il corrispettivo di un affresco in una chiesa medioevale; avevano un valore spirituale, che tutti conoscevano, che davano un senso all’uomo nel mondo. Che cosa rappresentano le braccia, il corpo e il collo tatuati oggi?
Grazie a Dio, e alla qualità (arte) da presentatori di Amadeus e Fiorello, ci sono stati risparmiati da parte dei concorrenti di Sanremo discorsi da guru, da aspirante premio Nobel, sul pianeta da salvare, sulla guerra e via dicendo (i temi per esempio naturalmente propri di Papa Francesco).