Lo sguardo libero
Solidarietà al popolo russo. No a 37 anni di potere di Putin
Da Mosca a Leningrado alla Siberia, i cittadini chiedono la liberazione di Aleksey Navalny. Tutte le nazioni sono degne della democrazia
La repressione delle pacifiche manifestazioni a favore della liberazione del leader dell’opposizione Aleksey Navalny avvenute nelle principali città della Russia, ha determinato quasi 5.000 arresti, tra cui quello della moglie dello stesso Navalny, poi rilasciata. Ha anche indotto la condanna della nuova Amministrazione Usa guidata da Joe Biden (“Metodi brutali, Mosca li rilasci subito”) e la replica del Cremlino (“Grossolana intrusione, prova della loro regia”). Vale quindi la pena di ricordare chi è Vladimir Putin.
L’ex funzionario dei servizi segreti sovietici (KGB) ha 69 anni (è nato il 7 ottobre 1952). È al potere dal 1999, indicato come suo successore dal presidente Boris Eltsin, che decretò la fine dell’ URSS e privatizzò di punto in bianco le aziende di Stato determinando ricchezze e disparità smisurate. Putin è attualmente al quarto mandato come presidente, con una parentesi da primo ministro (2008-2012). Il suo incarico scadrà nel 2024 (i primi due durarono quattro anni; dopo revisione ad hoc, l’incarico è stato esteso a sei). La riforma costituzionale del luglio 2020 – passata parzialmente inosservata a causa della pandemia da Covid-19 e, secondo la maggioranza degli osservatori indipendenti, non trasparente e caratterizzata da pressioni illegittime e gravi irregolarità – ha cancellato il vincolo dei due mandati. Putin se vorrà - non ha ancor annunciato se si candiderà nel 2024 - potrà rimanere al potere per altri due incarichi. Fino al 2036. Allora avrà 84 anni. Saranno 37 anni di potere.
È evidente che tale non è vera democrazia. Quest’ultima presuppone l’alternanza e il cambiamento, anche dei capi di Stato e di Governo. Solidarietà e vicinanza al popolo russo, che, come tutti gli altri, a partire da quelli di Hong Kong e cinese, alla cui guida c’è un altro presidente "eterno" (se lo vorrà), Xi Jinping, è degno della democrazia, cui prima o poi avrà accesso.