Scala Mercalli un programma da narcolessia
Qualunque argomento, qualunque materia a priori non è di difficile comprensione, non suscita noia e tedio.
Nessuno.
Dipende da come viene spiegato ed esposto.
Dipende da chi sia l'oratore.
Esempio di come argomenti interessanti, attualissimi, importanti, creino una noia mortale tanto da far cadere in narcolessia l'uditorio, è ben chiaro ogni sabato sera attorno le 22 su Rai Tre.
Programma Scala Mercalli.
Conduttore Luca Mercalli meteorologo e climatologo noto al pubblico televisivo per la sua ultradecennale partecipazione al programma televisivo "Che Tempo che Fa" condotto da Fabio Fazio.
Sostenitore delle teorie sul riscaldamento globale e fervido ecologista, dal 2015 enuncia le sue tesi argomentandole con reportage giornalistici e scientifici, con ospiti in studio provenienti da ogni angolo del Pianeta, nello spazio televisivo del sabato sera "concesso" dai dirigenti di Rai Tre.
La puntata andata in onda ieri sera era incentrata interamente sull'alimentazione e l'impatto che le coltivazioni e gli allevamenti producono sull'intero ecosistema mondiale.
Argomento interessante, oserei definirlo vitale visto quale situazione ambientale si stia vivendo e gli allarmi che quasi quotidianamente vengono emessi dai vari esperti mondiali.
E' notorio che certe tematiche non producano di per se stesse grande interesse nelle persone (basti vedere quali danni ambientali vi siano in ogni parte del Pianeta), tanto meno nel pubblico televisivo, soprattutto se vengono trasmessi al sabato sera che per antonomasia è di spettanza quasi assoluta dell' entertainment costituito da varietà, films da "blockbuster", programmi "strappa lacrime" oggi definiti "emotional show".
Ma Luca Mercalli non ha il fisic du role dell' oratore che "inchioda" sulla poltrona i telespettatori.
Difatti i dati auditel sono impietosi.
Lo share della puntata di sabato è stato del 4,34 % con 827 mila telespettatori; dati irrisori visto che dimezzano la "dote" consegnata dal suo "mentore" Fazio, che totalizza il 10,16 % col suo programma.
La voce di Mercalli è monocorde, i variopinti farfallini "d'ordinanza" che indossa da anni, gli creano un aspetto professorale che incute al telespettatore lo stesso sentimento che provano gli alunni nei confronti del "professore severo e noioso" sempre pronto a bacchettare ogni distrazione, ogni errore, ogni impreparazione delle sue classi liceali.
Una noia terribile che fa "allontanare e distrarre" anche i primi della classe, i secchioni.
Ieri sera dopo mezzora di trasmissione ho provato la stessa sensazione di 30 anni fa durante i miei studi liceali, allorchè la professoressa di disegno tecnico e storia dell'arte ci "costringeva" per due ore a visionare decine di diapositive che mostravano i "tesori" dell'arte mondiale delle varie epoche storiche con una cantilena e un ripetitività sonora da depressione profonda e induzione al suicidio.
Due ore post ricreazione, il lunedì mattina, in cui si assisteva alla rincorsa selvaggia da parte degli alunni/e delle sue classi per accaparrarsi i posti più lontani rispetto la cattedra e poter espletare qualsiasi altra attività (dalla pennichella, al ripasso di altre materie, ecc.) che permettesse di far trascorrere il più rapidamente possibile quel supplizio.
E il supplizio che "vivevamo" non era causato dall'argomento che ci veniva proposto, ma dal modo in cui veniva proposto.
Provate a seguire una "lezione d'arte" del Professor Sgarbi: il tempo scorre veloce, l'interesse è sempre alto nonostante fisiologicamente l'attenzione durante un monologo tende a calare dopo 10/15 minuti.
Sembra di fare un viaggio sulla macchina del tempo che ci porta in posti meravigliosi, incantevoli, divertenti, piacevoli, da cui non si vorrebbe mai scendere, che non si vorrebbe mai abbandonare.
Un consiglio ai dirigenti Rai.
Portate Luca Mercalli ad un corso sussidiario di orazione da Sgarbi, perchè sussiste il rischio che gli importanti argomenti enunciati in trasmissione diventeranno come le diapositive della mia professoressa di storia dell'arte; quelle svilivano i tesori della cultura umana, questi non sortiranno quell'allarme sociale e uno stile di vita consono da condividere con un numero sempre maggiore di uomini e donne.
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