Prima serata

Regionali Calabria,Salvini silura il candidato di FI Occhiuto.Caos con la Lega

Klaus Davi

Incurante dei calcoli e delle tattiche di FI, Salvini ha mandato la proposta del partito di Berlusconi  alle ortiche, provocando un putiferio anche a Roma

In Calabria va in onda una guerra senza esclusione di colpi fra Lega e Forza Italia. Matteo Salvini, in tournee due giorni fa a Lamezia e Cosenza, ha silurato il candidato alla Regione di Forza Italia, Roberto Occhiuto, in modo brutale. Lo ha fatto  tenendo una  conferenza stampa  che ha sorpreso tutti per i toni assertivi e perentori. “Meglio un candidato senza problemi con la giustizia : senno facciamo come il PD ” ha dichiarato Salvini a Daniele Colacino di Calabria 7.

Uno sgarbo che ha mandato su tutte le furie un pezzo di FI , riconducibile a Mara Carfagna, Occhiuto aveva preparato con meticolosità la candidatura, spalleggiato significativamente  da Francesco Cannizzaro, infaticabile ras acchiappa voti di Reggio Calabria, e in parte anche da Sergio Abramo, attivissimo  borgomastro di Catanzaro, che per un periodo lo ha sostenuto, e ora si è candidato a sua volta alla guida della coalizione dell’ex Pdl per la conquista della Regione.

Incurante dei calcoli e delle tattiche di FI, Salvini ha mandato la proposta del partito di Berlusconi  alle ortiche, provocando un putiferio anche a Roma. Va detto che  Occhiuto non ha lavorato male a Cosenza, in effetti diventata una città più vivibile nonché  consistente  meta di turismo. Ma la sua ‘pecca’ sta nel suo legame forte con la Carfagna, malvista dalla componente di FI che fa capo ad Antonio Tajani, uno dei pochi di cui Berlusconi si fida veramente, che ha il pregio (o il demerito per alcuni) di essere a tutt’oggi molto ben visto dalla Merkel, che qualcosina in Europa conta.

Cosa succederà ora? Il riferimento alla giustizia di Salvini è parso un chiaro messaggio. Dopo il deciso no di Nicola Gratteri, corteggiato da tutti i partiti ma  in primis dalla Lega - come rivelò  Affari Italiani -  determinato a continuare la sua guerra contro la ‘Ndrangheta, si snocciolano i nomi più vari. Spicca quello di un altro  alto magistrato come  Roberto Di Bella, a capo del Tribunale dei Minori, finito su tutti i giornali del mondo per aver sottratto ai boss molti figli  ‘predestinati’  per educarli alla legalità,  sottraendoli alle famiglie mafiose.

Un progetto cui ha lavorato molto un altro ottimo magistrato come Giuseppe Lombardo, che ha messo sotto accusa alcuni pesi massimi della politica calabrese, ma che a sua volta  si tiene alla larga anni luce dalle lusinghe della politica. Resta in corsa Wanda Ferro che avrebbe un largo consenso nei territori , molto vicina a Giorgia Meloni e ben vista da pezzi di FI, ma osteggiata da Jole Santelli. Intanto, dopo l’intervento a gamba tesa di Salvini, le faide  – è proprio il caso di dire – fra i partiti divampano.