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Chi è Zemmour: il nuovo leader della destra francese oscura Le Pen (e Macron?)
Figlio di immigrati di origine ebreo-berbera, è famoso per le uscite contro gay, islamici e femministe. Sogna il ritorno al colonialismo... e l'Eliseo!
Chi è Eric Zemmour, il giornalista sovranista che ha scavalcato Marine Le Pen e ora contende la presidenza francese ad Emmanuel Macron
“L’essere umano è molto primitivo. Abbiamo un cervello arcaico, rettile. Dobbiamo tenerne conto. A volerlo negare, creiamo generazioni di impotenti, di omosessuali e di divorziati”. Con esternazioni urticanti come questa, ma anche sposando la causa anti-abortista, Zemmour ha conquistato il favore sia degli elettori sia dell’intellighenzia conservatrice: lo scrittore Michelle Houellebecq lo ha definito “la figura più interessante della contemporaneità tra i cattolici non cristiani”. Condannato più volte per istigazione all’odio razziale, con l’eclatante successo dei suoi programmi viene considerato anche il responsabile culturale di una sorta di imbarbarimento del dibattito pubblico, nel quale i diritti delle donne e delle minoranze sono decisamente fuori moda, anche in una democrazia saldamente fondata sull’illuminismo. Il suo paragone tra il medico nazista Josef Mengele e gli interventi per la transizione sessuale hanno fatto sobbalzare sulla sedia i moderati, creando nel contempo quella confusione ideologica che serve invece a solleticare il pelo agli estremisti di destra, come accade in tutta Europa.
Sarebbe un grave errore prendere sottogamba un candidato che, ancora prima di essere ufficialmente tale, vanta già consensi che spaziano da un minimo del 4% a un possibile 18%. Chissà quanto potranno crescere questi numeri, se davvero a gestire la sua campagna fosse, come si mormora, Patrick Stefanini, storico spin-doctor della destra transalpina. La sua ascesa è stata favorita anche da quello che potrebbe rivelarsi un calcolo sbagliato. Inizialmente, Macron pensava che Zemmour potesse frammentare i rivali alla sua destra, consegnandogli una facile vittoria in nome di quel patto non scritto tra le forze che si riconoscono nei valori democratici e antifascisti.
La sua strada viene da lontano. Nato nel 1958 a Montreuil da genitori immigrati, ha inizialmente tentato di entrare nella scuola dell’élite francese École normale supérieure (Ens) e solo dopo averne trovato le porte chiuse ha scelto la strada del giornalismo. A fine anni ’80 è entrato nella redazione del “Quotidien de Paris” e poi in quella di “Le Figaro”, del quale è tuttora una delle firme più celebri. Ha pubblicato vari libri, tra cui saggi su Jacques Chirac e Edouard Balladur. Sposato da 40 anni con Mylène Chichportich, ha tre figli e un background politica che lo ha portato ad autodefinirsi gollista-bonapartista, ma senza mai recidere il legame con la destra più estrema. Anzi.
È persino arrivato a dire che la Francia di Vichy ha protetto gli ebrei francesi, nonché che alcuni nomi stranieri, come Mohammed, dovrebbero essere vietati. Queste posizioni molto discutibili gli sono valse un sorpasso su Marine Le Pen che è certificato anche dal padre di lei, il famoso Jean-Marie: “Zemmour dice cose che nessun altro ha osato dire, tranne me”, ha detto il leader storico dell’estrema destra francese, in quella che è di fatto un’investitura politica.