Milano, 10 giu. (askanews) - La normativa italiana sulle concessioni nel mondo della produzione dell'energia idroelettrica è "completamente penalizzante", perché la sostanziale assenza di regole nelle gare per le concessioni provoca uno stallo degli investimenti stimabile in 10 miliardi di euro. Lo afferma Enrico De Girolamo, amministratore delegato di Cva spa, la Compagnia Valdostana delle Acque."Il mondo dell'idroelettrico - dice De Girolamo - sta vivendo un momento di difficoltà a causa di una normativa completamente penalizzante per lo Stato italiano, che è stato l unico a mettere in gara le proprie concessioni rispetto agli altri Paesi europei e sostanzialmente, con l assenza di regole in queste gare, si è prodotto uno stallo degli investimenti. Investimenti che si stimano a 10 miliardi di euro a livello nazionale e che sarebbero quanto mai opportuni a fronte di un parco impianti di grandi di dimensioni che supera abbondantemente i cinquanta anni di età e che avrebbe grandi potenzialità di 'revamping' (ristrutturazione ndr), e di miglioramento dell efficienza, di miglior sfruttamento della risorsa idrica"."La cosa interessante di questi investimenti - aggiunge l'amministratore delegato di Cva - è che vanno ad insistere proprio su una filiera industriale nazionale e che a differenza delle altre fonte rinnovabili, che hanno demandato in qualche modo la costruzione delle tecnologie a Paesi esteri, in particolare al fotovoltaico e all eolico, in questo caso la maggiorparte degli interventi che sono di natura civile, insisterebbero su aziende locali che ne beneficerebbero direttamente.