Marco Morganti, CEO Banca Prossima – Gruppo Intesa Sanpaolo, ha dichiarato ai microfoni di Affaritaliani.it: “Abbiamo cominciato veramente molto tempo fa con alcune iniziative sperimentali che ci hanno dimostrato che fare un prestito a uno studente universitario non è un atto di buona volontà sperando che non succeda il peggio, in realtà gli studenti sono ottimi pagatori dei crediti che ricevono. Non basta fare credito però, bisogna che questo credito sia senza garanzie, perché la garanzia vera che un ragazzo ci mette è il suo impegno e la sua determinazione: il progetto che fa su se stesso, come fosse un imprenditore della propria condizione cittadina. In sostanza abbiamo trasformato quei primi tentativi artigianali in uno strumento industriale vero. Infatti oggi qualunque studente italiano, iscritto a qualunque facoltà di qualunque ateneo, può prendere questo prestito, lo mantiene per tutto il tempo dello studio, è un buon importo, non sono cifre enormi anche perché non volevamo sovraccaricare di debito i ragazzi. Una volta che ha finito di studiare e sono passati due anni e non restituisce niente perché deve cercarsi, giustamente, lavoro, la restituzione la farà in 30 anni pagando l’interesse dell’1%. È una formula che è accessibile a tutti, in funzione del fatto che la Costituzione Italiana tutela il diritto allo studio. C’è una dimensione di sicurezza che ovviamente va rispettata, forse gli studenti universitari sono anche facilitati dal fatto che hanno tradizionalmente l’abitudine o la possibilità di studiare un po’ di meno in presenza. Però il problema esiste e c’è un danno per la didattica, la didattica universitaria pur essendo a un livello più alto non può fare a meno della presenza. Credo che il Covid. abbia rappresentato l’opportunità in mezzo ai tanti guai di affinare la capacità di lavoro a distanza. E questa è una capacità definitiva che abbiamo assunto".