Milano, 22 gen. (askanews) - Le tre crisi - climatica sanitaria ed economica - che stanno sconvolgendo il mondo richiedono un cambiamento profondo dei paradigmi alla base del nostro modo di vivere, a cominciare da quello economico; ma attenzione a banalizzare il senso di questa visione 'sostenibile': sarebbe l'errore che farebbe perdere la sfida di rinnovamento imposta dalle stesse crisi.E' questo uno dei messaggi che Carlo Petrini, presidente di Slow Food, ha voluto lanciare nel suo intervento in apertura della prima tappa del Giro di Italia della Csr, edizione 2021. "C'è esigenza di una visione di lungo periodo che sappia coinvolgere i comportamenti di milioni di persone per un cambio di rotta - ha detto Petrini - In questa situazione una parola sta diventando virale, tutti la usano, tutti ne fanno elemento di riflessione e di sollecitazione al cambiamento. La parola è 'sostenibilità'. E' una parola impegnativa: bisogna fare in modo che non rischi di diventare una parola retorica, usata da tutti, ma poi poco applicata. Questa è la grande sfida che abbiamo davanti".Centralità e condivisione dei beni comuni e reti di comunità sono per Petrini i due pilastri su cui sviluppare il cambiamento virtuoso. "Quello che abbiamo davanti è un cambio di paradigma rispetto a una visione dell'economia - ha spiegato il presidente di Slow Food - che necessità di essere cambiata in profondità ponendo come elementi distintivi e come parametri di valutazione dell'economia stessa non solo il profitto, ma anche i beni comuni, i beni relazionali. Questo questo cambio è un cambio che necessità creatività, e che ha bisogno anche di soggetti in grado di realizzarlo. Non c'è ombra di dubbio che la rete delle comunità rappresenti ad oggi una delle realtà più interessanti in tal senso. E mi pare che anche il la tappa di Torino di questo Salone e che porta come slogan 'beni comuni e comunità resilienti' tocchi il due punti più importanti per il cambiamento: l'incidere a livello economico con paradigmi nuovi che mettano al centro i beni comuni e beni relazionali e nello stesso tempo l'implementazione delle comunità resilienti".La tappa torinese del Giro di Italia della Csr - organizzata dal Salone della Csr e dell'innovazione sociale in collaborazione con il Dipartimento di Management dell'Università degli Studi di Torino diretta da Francesca Culasso - dà il via al nono viaggio nei territori italiani alla ricerca delle migliori pratiche di sostenibilità e responsabilità sociale d'impresa.All'incontro, che si è svolto in streaming per il rispetto delle norme anti-Covid, hanno partecipato i rappresenti di grandi imprese del territorio - come Ferrero e Lavazza - insieme a esponenti di realtà impegnate nella lotta alla povertà o nei modelli di sussidiarietà - come S-Nodi e Labsus - e ancora altri esponenti a testimonianza di diverse iniziative sul territorio. "Mi fa molto piacere che Torino abbia scelto come focus per questa tappa un tema a me molto caro, quello dei beni comuni - ha detto Rossella Sobrero, del Comitato organizzatore del Salone - Argomento strettamente collegato anche agli obiettivi di sviluppo sostenibili dell'Agenda 2030. La sfida che ci pone la meta del 2030 ci vede tutti impegnati, sia a livello globale, sia tantissimo anche a livello locale. Quindi i territori diventano sempre di più importanti per la salvaguardia del pianeta, per il benessere delle persone ma anche per la valorizzazione dei beni comuni".Il Giro d'Italia della CSR si svilupperà da gennaio a giugno lungo 15 tappe, per poi approdare a Milano, all'Università Bocconi, per l'appuntamento nazionale del Salone della Csr e dell'innovazione sociale, previsto per il 12 e 13 ottobre 2021. Le registrazioni degli incontri saranno disponibili sul sito del Salone all'indirizzo http://www.csreinnovazionesociale.it/( luca.ferraiuolo@askanews.it )